Processo Moro II
02. La costituzione della Colonna romana delle Brigate Rosse
Parte I
Documento aggiornato al 09/04/2005
Sulla base delle dichiarazioni rese nel giudizio di I grado degli imputati Peci, Petricola, Cianfanelli, Savasta, Libera, Borgi, Andriani, Spadaccini e May, che hanno trovato riscontro, conferma nonché completamento nelle successive dichiarazioni rese al dibattimento del giudizio di appello dagli imputati Morucci e Faranda, è possibile ricostruire le vicende attraverso le quali si è costituita la Colonna romana delle Brigate Rosse, alla cui attività delittuosa è da ascriversi la commissione dei gravissimi fatti-reato, oggetto del giudizio.
Tali fatti vanno dal dicembre 1976 al maggio 1980.
Secondo le suddette dichiarazioni, confermate da altre acquisizioni probatorie, nell'anno 1975 venne a Roma Mario Moretti, membro del Comitato Esecutivo delle Brigate Rosse per costituire, coadiuvato da Franco Bonisoli e Maria Carla Brioschi, una base "operativa" dell'organizzazione nella Capitale.
Il Moretti prese in affitto da Bozzi Luciana in Ferrero l'appartamento di via Gradoli n. 96.
Va ricordato che nel corso dell'anno 1975 le Brigate Rosse avevano emesso due documenti fondamentali della Organizzazione: la Risoluzione della direzione Strategica n. 1 dell'aprile '75 e la Risoluzione della Direzione Strategica n. 2 del novembre '75. Con il primo documento le Brigate Rosse avevano fissato la strategia, le linee e gli obiettivi dell'attività dell'Organizzazione.
In particolare, mentre si dava alle Brigate Rosse una netta e distinta collocazione nell'ambito dei gruppi eversivi di sinistra, evidenziandone le differenze ideologiche e programmatiche, (significava al riguardo l'espressione: "Sono sbagliate tutte quelle posizioni che vedono la crescita della guerriglia come conseguenza dello sviluppo dell'area legale o semilegale della cosiddetta "autonomia"), dall'altro lato se ne fissavano gli obiettivi immediati, consistenti nel portare l'attacco al cuore dello Stato e nella diffusione della guerriglia urbana. Si precisava che era giunto il momento di passare dallo scontro di classe allo scontro con lo Stato, da azioni dimostrative ad azioni distruttive.
La successiva attività dispiegata dall'organizzazione terroristica dimostrerà l'effettività di tale programma e l'elevata potenzialità destabilizzante e disarticolante del medesimo sotto il profilo politico e militare.
Col secondo documento le Brigate Rosse, dopo avere indicato i motivi del loro nascere come organizzazione combattente, fissavano la struttura e le regole dell'organizzazione e le norme di comportamento dei militanti. In particolare, venivano definiti i compiti del Comitato Esecutivo, dei Fronti di combattimento, della Direzione Strategica, e la natura, la struttura e vita delle Colonne.
Stabilitosi a Roma, il Moretti entrò in contatto con elementi facenti parte di diversi gruppi del movimento della sinistra extraparlamentare, allora esistenti e operanti nella Capitale.
Non è ancora noto attraverso quali tramiti sia avvenuta questa presa di contatto.
È certo che confluirono nelle Brigate Rosse tra il 1976 e il 1977 elementi F.A.C. (Formazioni Armate Comuniste), del Comitato Comunista Centocelle (CO.CO.CE.) del gruppo dei "Tiburtaros", del gruppo di "Viva il Comunismo", nonché di altri "comitati" e "collettivi".
Secondo le risultanze processuali, in seguito ai suddetti contatti, entrarono nelle Brigate Rosse:
- Valerio Morucci e Adriana Faranda, dirigenti delle F.A.C.;
- Barbara Balzerani, Gabriella Mariani, Antonio Marini, Enrico Triaca, Teodoro Spadaccini del gruppo dei "Tiburtaros";
- Bruno Seghetti, Anna Laura Braghetti, Antonio Savasta, Emilia Libera, Renato Arreni del Comitato Comunista Centocelle;
- Francesco Piccioni, Luigi Novelli, Marina Petrella, Giulio Cacciotti, Stefano Petrella, del gruppo "Viva il Comunismo";
- inoltre, Stefano Ceriani Sebregondi, Remo Pancelli, Alessandro Padula, Salvatore Ricciardi, Alvaro Loiacono, ed altri successivamente in parte identificati.
Il confluire di tutti questi elementi nell'Organizzazione diede modo al Moretti di costruire l'unità politico-organizzativa e militare della Colonna, con i requisiti di indipendenza e autosufficienza, secondo le deposizioni impartite con la risoluzione della Direzione Strategica n. 2.
Le risultanze processuali consentono di avere notizie più dettagliate circa l'inserimento nella Organizzazione di due dei suddetti gruppi.
Il primo, costituito da elementi provenienti dall'ex sezione di Potere Operaio del quartiere "Tiburtino": la Mariani, il Marini, il Triaca, la Balzerani e lo Spadaccini.
Costoro - tra i primi ad entrare in contatto con il Moretti (primavera-estate 1976) - diedero un valido contributo organizzativo.
Attraverso il Ceriani Sebregondi e il Triaca, Moretti impiantò la tipografia clandestina, elemento indispensabile dell'organizzazione.
Mariani e Marini svolsero una insostituibile funzione in questo settore di propaganda.
La Balzerani assurse ben presto a posizioni di vertice, tanto da essere inserita nel settembre 1977 in Direzione di Colonna.
Il secondo gruppo è costituito dal Morucci e dalla Faranda ed assume particolare rilevanza ai fini della costituzione della Colonna.
Come è noto, le origini dell'esperienza eversiva armata dei due sono chiaramente non "brigatiste". Il Morucci era stato dirigente della struttura armata clandestina di Potere Operaio; poi aveva costituito le F.A.C.. Dalla stessa esperienza proveniva la Faranda.
Hanno riferito i predetti imputati (cf. loro interrogatori resi al G.I. dott. Imposimato e acquisiti agli atti):
- che, inizialmente, il progetto delle Brigate Rosse non era di costituire una vera Colonna a Roma, ma di portare l'attacco al "cuore dello Stato" servendosi delle strutture esistenti nel Nord e con l'appoggio della "rete" di simpatizzanti romani;
- che il loro ingresso nelle Brigate Rosse fu determinante per la costituzione della Colonna romana, che avvenne con l'inserimento nelle strutture dell'Organizzazione degli elementi di cui sopra.
Il Morucci e la Faranda entrarono nelle Brigate Rosse nel settembre 1976.
Ad essi - fatto insolito nell'Organizzazione - fu subito reso noto il progetto di attacco al "cuore dello Stato", che prevedeva il sequestro di un massimo esponente della Democrazia Cristiana, che fu poi identificato in Moro. Di conseguenza, la adesione dei due alle Brigate Rosse non può non aver comportato fin dall'inizio la condivisine della massima azione destabilizzatrice che l'Organizzazione si apprestava a compiere contro l'assetto costituzionale e democratico del Paese.
Nei primi mesi del 1977 avvenne la costituzione della Colonna, completata con l'arrivo a Roma nell'aprile dello stesso anno di Prospero Gallinari, da poco evaso da un carcere del Nord.
Nello stesso periodo ritornarono a Milano prima Bonisoli, poi la Brioschi.
Si costituirono le "Brigate": Centocelle, Primavalle, Torre Spaccata, Università, e i settori del Fronte della "Contro" e "logistico". Con il riscatto del sequestro Costa furono acquistati o affittati appartamenti, che servirono come "basi" dell'Organizzazione.
Nel settembre 1977 furono cooptati nella Direzione di Colonna: Barbara Balzerani e Bruno Seghetti. Tale organo vedeva, quindi Moretti, quale responsabile della Colonna poi: Faranda, Morucci, Gallinari, Seghetti, Balzerani.
Nell'ottobre 1977 gli organi direttivi nazionali delle Brigate Rosse definirono l'obiettivo dello attacco al "cuore dello Stato" nella persona di Moro.
La Direzione Strategica dell'Organizzazione, che si riunì a Velletri nel febbraio 1978, ratificò le scelte del Comitato Esecutivo e il contenuto della Risoluzione emanata nello stesso mese.
Tali fatti vanno dal dicembre 1976 al maggio 1980.
Secondo le suddette dichiarazioni, confermate da altre acquisizioni probatorie, nell'anno 1975 venne a Roma Mario Moretti, membro del Comitato Esecutivo delle Brigate Rosse per costituire, coadiuvato da Franco Bonisoli e Maria Carla Brioschi, una base "operativa" dell'organizzazione nella Capitale.
Il Moretti prese in affitto da Bozzi Luciana in Ferrero l'appartamento di via Gradoli n. 96.
Va ricordato che nel corso dell'anno 1975 le Brigate Rosse avevano emesso due documenti fondamentali della Organizzazione: la Risoluzione della direzione Strategica n. 1 dell'aprile '75 e la Risoluzione della Direzione Strategica n. 2 del novembre '75. Con il primo documento le Brigate Rosse avevano fissato la strategia, le linee e gli obiettivi dell'attività dell'Organizzazione.
In particolare, mentre si dava alle Brigate Rosse una netta e distinta collocazione nell'ambito dei gruppi eversivi di sinistra, evidenziandone le differenze ideologiche e programmatiche, (significava al riguardo l'espressione: "Sono sbagliate tutte quelle posizioni che vedono la crescita della guerriglia come conseguenza dello sviluppo dell'area legale o semilegale della cosiddetta "autonomia"), dall'altro lato se ne fissavano gli obiettivi immediati, consistenti nel portare l'attacco al cuore dello Stato e nella diffusione della guerriglia urbana. Si precisava che era giunto il momento di passare dallo scontro di classe allo scontro con lo Stato, da azioni dimostrative ad azioni distruttive.
La successiva attività dispiegata dall'organizzazione terroristica dimostrerà l'effettività di tale programma e l'elevata potenzialità destabilizzante e disarticolante del medesimo sotto il profilo politico e militare.
Col secondo documento le Brigate Rosse, dopo avere indicato i motivi del loro nascere come organizzazione combattente, fissavano la struttura e le regole dell'organizzazione e le norme di comportamento dei militanti. In particolare, venivano definiti i compiti del Comitato Esecutivo, dei Fronti di combattimento, della Direzione Strategica, e la natura, la struttura e vita delle Colonne.
Stabilitosi a Roma, il Moretti entrò in contatto con elementi facenti parte di diversi gruppi del movimento della sinistra extraparlamentare, allora esistenti e operanti nella Capitale.
Non è ancora noto attraverso quali tramiti sia avvenuta questa presa di contatto.
È certo che confluirono nelle Brigate Rosse tra il 1976 e il 1977 elementi F.A.C. (Formazioni Armate Comuniste), del Comitato Comunista Centocelle (CO.CO.CE.) del gruppo dei "Tiburtaros", del gruppo di "Viva il Comunismo", nonché di altri "comitati" e "collettivi".
Secondo le risultanze processuali, in seguito ai suddetti contatti, entrarono nelle Brigate Rosse:
- Valerio Morucci e Adriana Faranda, dirigenti delle F.A.C.;
- Barbara Balzerani, Gabriella Mariani, Antonio Marini, Enrico Triaca, Teodoro Spadaccini del gruppo dei "Tiburtaros";
- Bruno Seghetti, Anna Laura Braghetti, Antonio Savasta, Emilia Libera, Renato Arreni del Comitato Comunista Centocelle;
- Francesco Piccioni, Luigi Novelli, Marina Petrella, Giulio Cacciotti, Stefano Petrella, del gruppo "Viva il Comunismo";
- inoltre, Stefano Ceriani Sebregondi, Remo Pancelli, Alessandro Padula, Salvatore Ricciardi, Alvaro Loiacono, ed altri successivamente in parte identificati.
Il confluire di tutti questi elementi nell'Organizzazione diede modo al Moretti di costruire l'unità politico-organizzativa e militare della Colonna, con i requisiti di indipendenza e autosufficienza, secondo le deposizioni impartite con la risoluzione della Direzione Strategica n. 2.
Le risultanze processuali consentono di avere notizie più dettagliate circa l'inserimento nella Organizzazione di due dei suddetti gruppi.
Il primo, costituito da elementi provenienti dall'ex sezione di Potere Operaio del quartiere "Tiburtino": la Mariani, il Marini, il Triaca, la Balzerani e lo Spadaccini.
Costoro - tra i primi ad entrare in contatto con il Moretti (primavera-estate 1976) - diedero un valido contributo organizzativo.
Attraverso il Ceriani Sebregondi e il Triaca, Moretti impiantò la tipografia clandestina, elemento indispensabile dell'organizzazione.
Mariani e Marini svolsero una insostituibile funzione in questo settore di propaganda.
La Balzerani assurse ben presto a posizioni di vertice, tanto da essere inserita nel settembre 1977 in Direzione di Colonna.
Il secondo gruppo è costituito dal Morucci e dalla Faranda ed assume particolare rilevanza ai fini della costituzione della Colonna.
Come è noto, le origini dell'esperienza eversiva armata dei due sono chiaramente non "brigatiste". Il Morucci era stato dirigente della struttura armata clandestina di Potere Operaio; poi aveva costituito le F.A.C.. Dalla stessa esperienza proveniva la Faranda.
Hanno riferito i predetti imputati (cf. loro interrogatori resi al G.I. dott. Imposimato e acquisiti agli atti):
- che, inizialmente, il progetto delle Brigate Rosse non era di costituire una vera Colonna a Roma, ma di portare l'attacco al "cuore dello Stato" servendosi delle strutture esistenti nel Nord e con l'appoggio della "rete" di simpatizzanti romani;
- che il loro ingresso nelle Brigate Rosse fu determinante per la costituzione della Colonna romana, che avvenne con l'inserimento nelle strutture dell'Organizzazione degli elementi di cui sopra.
Il Morucci e la Faranda entrarono nelle Brigate Rosse nel settembre 1976.
Ad essi - fatto insolito nell'Organizzazione - fu subito reso noto il progetto di attacco al "cuore dello Stato", che prevedeva il sequestro di un massimo esponente della Democrazia Cristiana, che fu poi identificato in Moro. Di conseguenza, la adesione dei due alle Brigate Rosse non può non aver comportato fin dall'inizio la condivisine della massima azione destabilizzatrice che l'Organizzazione si apprestava a compiere contro l'assetto costituzionale e democratico del Paese.
Nei primi mesi del 1977 avvenne la costituzione della Colonna, completata con l'arrivo a Roma nell'aprile dello stesso anno di Prospero Gallinari, da poco evaso da un carcere del Nord.
Nello stesso periodo ritornarono a Milano prima Bonisoli, poi la Brioschi.
Si costituirono le "Brigate": Centocelle, Primavalle, Torre Spaccata, Università, e i settori del Fronte della "Contro" e "logistico". Con il riscatto del sequestro Costa furono acquistati o affittati appartamenti, che servirono come "basi" dell'Organizzazione.
Nel settembre 1977 furono cooptati nella Direzione di Colonna: Barbara Balzerani e Bruno Seghetti. Tale organo vedeva, quindi Moretti, quale responsabile della Colonna poi: Faranda, Morucci, Gallinari, Seghetti, Balzerani.
Nell'ottobre 1977 gli organi direttivi nazionali delle Brigate Rosse definirono l'obiettivo dello attacco al "cuore dello Stato" nella persona di Moro.
La Direzione Strategica dell'Organizzazione, che si riunì a Velletri nel febbraio 1978, ratificò le scelte del Comitato Esecutivo e il contenuto della Risoluzione emanata nello stesso mese.