Processo Moro II

06. Svolgimento del processo

Documento aggiornato al 09/04/2005
Il presente giudizio ha come oggetto reati che hanno dato origine nella fase istruttoria a quattro distinti procedimenti poi riuniti nella fase del giudizio di I grado.
Il primo procedimento, n. 31/81 (c.d. "Moro I") tratta dei delitti commessi il 16 marzo 1978 in via Fani, del sequestro e dell'assassinio dell'On.le Aldo Moro, e di alcuni altri reati precedentemente commessi (ferimento Rossi; ferimento Cacciafesta, tentato omicidio Fiori; omicidio Palma; incendio auto Tinu, attentato Caserma Talamo; ferimento Mechelli).
La fase istruttoria si chiuse con il rinvio a giudizio in data 15.1.1981.
Il secondo procedimento, n.5/82 (c.d. "Moro Bis), oltre al riesame dei fatti criminosi oggetto del precedente procedimento sulla base delle nuove acquisizioni probatorie, tratta dei seguenti altri reati: incendio auto Ferrari, ferimento Traversi; ferimento Perlini; omicidio Tartaglione; attentato volante IV; incendio auto Sarno e Stripoli; rapina Ferretti; tentato omicidio Raimone e Pellegrino; rapina auto via Salaria; omicidio Schettini; rapina Pecora; attentato sede D.C. Piazza Nicosia; omicidio Mea e Ollanu e tentato omicidio Ammirata; omicidio Varisco; rapine auto via Chisimaio e via Magnaghi; rapina Tedesco; omicidio Granato; omicidio Taverna; omicidio Romiti; omicidio Bachelet; rapina Banca Nazionale delle Comunicazioni; omicidio Minervini; sequestro Digiacomantonio; tentato omicidio Pirri; tentato omicidio Gallucci. La Fase istruttoria si chiuse con ordinanza di rinvio a giudizio in data 11.1.1982.
Il terzo procedimento, n. 28/81, riguarda il tentato omicidio degli agenti Scannapieco, Prestifilippo e Pricezi in occasione della cattura di Prospero Gallinari e Mara Nanni.
Il quarto procedimento n.63/81, riguarda la contestazione del delitto di banda armata a Jannelli Maurizio e Natalia Ligas.
Al dibattimento del giudizio di I grado, avendo già in fase istruttoria gli imputati Patrizio Peci, Massimo Cianfanelli e Ave Maria Petricola reso ampia confessione fornendo agli organi inquirenti gli elementi a loro conoscenza sull'organizzazione terroristica, anche gli imputati Antonio Savasta Libera Emilia e Carlo Brogi, in uno spirito di revisione critica del loro passato decidevano di collaborare con la giustizia.
Si pronunciavano, invece, unicamente per l'ammissione della loro responsabilità gli imputati Norma Andriani, Spadaccini e Arnaldo May, esplicitando i motivi del loro dissociarsi dal terrorismo e dalla lotta armata.
Gli imputati Valerio Morucci e Adriana Faranda si limitavano a spiegare le ragioni della loro uscita dalle Brigate Rosse e dell'abbandono della pratica dell'omicidio politico e della "lotta amata" e, soprattutto, del suo retroterra politico, ideologico e culturale, pur senza rispondere all'interrogatorio.
Tutti gli altri imputati si rifiutavano di rispondere agli interrogatori, ribadendo le loro posizioni ideologiche.
Al termine del dibattimento, la Corte di Assise emetteva la sentenza, decidendo come da dispositivo.
 
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