4. Le BR e l'area dell'eversione
Documento aggiornato al 27/12/2004
Il 1977 fu caratterizzato sia dal crescendo dei delitti delle BR sia dall'intensificarsi delle iniziative, dirette a dare vita ad un movimento eversivo di massa, che trovavano l'espressione politica ed organizzativa nei gruppi definitisi dell'Autonomia.
Momenti particolarmente significativi furono l'aggressione al segretario della CGIL Luciano Lama all'Università di Roma, il 17 febbraio, gli atti di violenza e gli episodi di vera e propria guerriglia urbana degli autonomi nel corso dei cortei da loro promossi, soprattutto nella capitale, e gli incidenti provocati un po' ovunque durante le manifestazioni sindacali che si facevano degenerare alterandone i caratteri tradizionalmente pacifici e democratici.
Le componenti del "movimento del 1977" furono tuttavia molteplici: al suo interno agivano anche spinte attraverso le quali si esprimeva il malessere di settori giovanili non trascurabili, soprattutto nelle grandi aree urbane. Tuttavia l'egemonia esercitata dai gruppi dell'Autonomia, ai quali si deve far risalire, ben prima del '77, la teoria e la pratica del partito armato, fece degenerare sempre più il "movimento" verso gravissime forme di violenza, di intimidazione e prevaricazione della convivenza democratica, di contrapposizione frontale al movimento operaio organizzato.
In tal modo si crearono le condizioni favorevoli per la scalata ai livelli più elevati dello scontro e per il passaggio di singoli e gruppi dell'Autonomia alla lotta armata. Ma ciò provoco il restringersi e l'isterilirsi del movimento perché, a fronte di coloro che l'abbandonavano per entrare nelle organizzazioni clandestine, c'erano molti altri che, rifiutando questa scelta, se ne allontanavano individualmente.
La riprova della debolezza del movimento si ebbe a Bologna, dove nel settembre '77 si tenne, per iniziativa delle organizzazioni di Autonomia e di altri gruppi, un convegno contro la "repressione". La manifestazione avrebbe dovuto rappresentare su scala nazionale il livello più elevato del movimento, ma, oltre a dimostrarne l'indubbia carica eversiva, finì per mettere a nudo, anche per la capacità di risposta dell'amministrazione comunale e di alcune forze politiche democratiche, le lacerazioni e i contrasti persino violenti esistenti al proprio interno.
Momenti particolarmente significativi furono l'aggressione al segretario della CGIL Luciano Lama all'Università di Roma, il 17 febbraio, gli atti di violenza e gli episodi di vera e propria guerriglia urbana degli autonomi nel corso dei cortei da loro promossi, soprattutto nella capitale, e gli incidenti provocati un po' ovunque durante le manifestazioni sindacali che si facevano degenerare alterandone i caratteri tradizionalmente pacifici e democratici.
Le componenti del "movimento del 1977" furono tuttavia molteplici: al suo interno agivano anche spinte attraverso le quali si esprimeva il malessere di settori giovanili non trascurabili, soprattutto nelle grandi aree urbane. Tuttavia l'egemonia esercitata dai gruppi dell'Autonomia, ai quali si deve far risalire, ben prima del '77, la teoria e la pratica del partito armato, fece degenerare sempre più il "movimento" verso gravissime forme di violenza, di intimidazione e prevaricazione della convivenza democratica, di contrapposizione frontale al movimento operaio organizzato.
In tal modo si crearono le condizioni favorevoli per la scalata ai livelli più elevati dello scontro e per il passaggio di singoli e gruppi dell'Autonomia alla lotta armata. Ma ciò provoco il restringersi e l'isterilirsi del movimento perché, a fronte di coloro che l'abbandonavano per entrare nelle organizzazioni clandestine, c'erano molti altri che, rifiutando questa scelta, se ne allontanavano individualmente.
La riprova della debolezza del movimento si ebbe a Bologna, dove nel settembre '77 si tenne, per iniziativa delle organizzazioni di Autonomia e di altri gruppi, un convegno contro la "repressione". La manifestazione avrebbe dovuto rappresentare su scala nazionale il livello più elevato del movimento, ma, oltre a dimostrarne l'indubbia carica eversiva, finì per mettere a nudo, anche per la capacità di risposta dell'amministrazione comunale e di alcune forze politiche democratiche, le lacerazioni e i contrasti persino violenti esistenti al proprio interno.