I padrini
Edito da Newton Compton, 2006
496 pagine, € 9,90
ISBN 8854105708
di Giuseppe Carlo Marino
Quarta di copertina
Da Vito Cascio Ferro a Lucky Luciano, da Calogero Vizzini a Stefano Bontate, la mafia ha avuto sempre nei suoi padrini i registi fondamentali. Ma chi erano veramente questi uomini ritenuti degni di assoluto onore e rispetto, capaci di imporsi con il fascino del mito? A quale funzione assolvevano i padrinati? Questo volume, frutto di un accurato lavoro di ricerca basato su fatti e documenti storici, offre un’analisi approfondita e inedita del fenomeno mafioso attraverso le sconcertanti vicende dei suoi protagonisti. Articolato in una serie di biografie e di “racconti-verità” che riconducono costantemente l’analisi storica all’esigenza di un vivace impegno narrativo, si presenta come un testo scientifico e allo stesso tempo di assai gradevole lettura. Non si tratta comunque di un libro disorganico. Ne assicura la coerenza il filo rosso che lega i vari soggetti di una complessa esperienza mafiosa formatasi in Sicilia, dilatatasi nel mondo, radicatasi negli usa dove si trasforma con la nascita di Cosa Nostra e, da lì, rinviata alla Sicilia e ai suoi rapporti con l’intera realtà italiana ed europea. Com’è ovvio, si tratta di protagonisti immorali – appunto, i padrini, opportunamente distinti dai semplici boss della più cruda ed elementare criminalità – rivisitati da vicino, spesso nel loro “privato”, nel dramma del loro pervertimento in demoni del “puro potere”. Se ne coglie così, con le abiezioni, il fascino sinistro. Da un orrido cimitero, la memoria storica li restituisce al senso tragico e paradossale di una particolare tradizione culturale, indagata a fondo dall’Italia all’America, su una linea interpretativa segnata dalla vocazione dell’autore di favorire drastiche rotture ai fini di una “rivoluzione culturale” contro la mafia.
Da Vito Cascio Ferro a Lucky Luciano, da Calogero Vizzini a Stefano Bontate, la mafia ha avuto sempre nei suoi padrini i registi fondamentali. Ma chi erano veramente questi uomini ritenuti degni di assoluto onore e rispetto, capaci di imporsi con il fascino del mito? A quale funzione assolvevano i padrinati? Questo volume, frutto di un accurato lavoro di ricerca basato su fatti e documenti storici, offre un’analisi approfondita e inedita del fenomeno mafioso attraverso le sconcertanti vicende dei suoi protagonisti. Articolato in una serie di biografie e di “racconti-verità” che riconducono costantemente l’analisi storica all’esigenza di un vivace impegno narrativo, si presenta come un testo scientifico e allo stesso tempo di assai gradevole lettura. Non si tratta comunque di un libro disorganico. Ne assicura la coerenza il filo rosso che lega i vari soggetti di una complessa esperienza mafiosa formatasi in Sicilia, dilatatasi nel mondo, radicatasi negli usa dove si trasforma con la nascita di Cosa Nostra e, da lì, rinviata alla Sicilia e ai suoi rapporti con l’intera realtà italiana ed europea. Com’è ovvio, si tratta di protagonisti immorali – appunto, i padrini, opportunamente distinti dai semplici boss della più cruda ed elementare criminalità – rivisitati da vicino, spesso nel loro “privato”, nel dramma del loro pervertimento in demoni del “puro potere”. Se ne coglie così, con le abiezioni, il fascino sinistro. Da un orrido cimitero, la memoria storica li restituisce al senso tragico e paradossale di una particolare tradizione culturale, indagata a fondo dall’Italia all’America, su una linea interpretativa segnata dalla vocazione dell’autore di favorire drastiche rotture ai fini di una “rivoluzione culturale” contro la mafia.
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