1978. Moro, la Dc, il terrorismo
Edito da Morcelliana, 2006
334 pagine, € 22,00
ISBN 8837221002
di Corrado Belci, Guido Bodrato
Libro presente nelle categorie:
Quarta di copertina
Sugli "anni di piombo" e i movimenti suscitati dalla contestazione studentesca del ’68, e diffusisi dalle università alle fabbriche raggiungendo il loro culmine nelle mobilitazioni del ’77, molto si è scritto e a distanza di cinque lustri si continua a scrivere. Del tutto nuova è la prospettiva da cui si parla in queste pagine: una riflessione a due voci che riporta gli avvenimenti della strage di via Fani e dell’assassinio di Aldo Moro "filmati" dall’interno della segreteria Dc. Eventi tragici che rientrano nel quadro di un’Italia minacciata dallo stragismo nero e dal terrorismo rosso, mentre in Europa si consumava la dissoluzione del regime sovietico. Tuttavia il movimento delle Brigate Rosse non può essere ridotto a mero terrorismo: ben più ampio e complesso fu il fenomeno che da anni stava attraversando la vita politica del Paese, che già precedentemente aveva colpito e che di nuovo sarebbe tornato a colpire in seguito. Questo libro offre un’interpretazione del sequestro e delitto Moro come esito di un processo che aveva dato segnali premonitori, e che tuttavia forse fu in origine sottovalutato dalle stesse forze politiche. Uno sguardo inedito non da storici ma da protagonisti, collaboratori stretti di Zaccagnini, sugli avvenimenti che condussero alla tragedia, e anche un’analisi che getta nuova luce sull’ipotesi di una contrapposizione netta tra linea della "fermezza" e della "trattativa". Questo significa anche approfondire dall’interno gli equilibri e le tensioni della Dc e la politica di continuazione della linea Moro: sostituire il confronto politico allo scontro ideologico, dando inizio a un processo che potesse portare alla democrazia compiuta.
Sugli "anni di piombo" e i movimenti suscitati dalla contestazione studentesca del ’68, e diffusisi dalle università alle fabbriche raggiungendo il loro culmine nelle mobilitazioni del ’77, molto si è scritto e a distanza di cinque lustri si continua a scrivere. Del tutto nuova è la prospettiva da cui si parla in queste pagine: una riflessione a due voci che riporta gli avvenimenti della strage di via Fani e dell’assassinio di Aldo Moro "filmati" dall’interno della segreteria Dc. Eventi tragici che rientrano nel quadro di un’Italia minacciata dallo stragismo nero e dal terrorismo rosso, mentre in Europa si consumava la dissoluzione del regime sovietico. Tuttavia il movimento delle Brigate Rosse non può essere ridotto a mero terrorismo: ben più ampio e complesso fu il fenomeno che da anni stava attraversando la vita politica del Paese, che già precedentemente aveva colpito e che di nuovo sarebbe tornato a colpire in seguito. Questo libro offre un’interpretazione del sequestro e delitto Moro come esito di un processo che aveva dato segnali premonitori, e che tuttavia forse fu in origine sottovalutato dalle stesse forze politiche. Uno sguardo inedito non da storici ma da protagonisti, collaboratori stretti di Zaccagnini, sugli avvenimenti che condussero alla tragedia, e anche un’analisi che getta nuova luce sull’ipotesi di una contrapposizione netta tra linea della "fermezza" e della "trattativa". Questo significa anche approfondire dall’interno gli equilibri e le tensioni della Dc e la politica di continuazione della linea Moro: sostituire il confronto politico allo scontro ideologico, dando inizio a un processo che potesse portare alla democrazia compiuta.
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