Le parole nel vento. Stampa e radio raccontano la strage del 2 agosto
Edito da Minerva Edizioni, 2006
96 pagine, € 8,00
ISBN 8873811590
di Beatrice Tedeschi
Libro presente nelle categorie:
Quarta di copertina
Un’analisi puntuale ed inedita di come la tremenda notizia della strage alla Stazione centrale di Bologna sia stata raccontata dai mezzi di comunicazione di massa nei momenti immediatamente successivi allo scoppio della bomba.
Crea una certa suggestione rileggere e quasi risentire le parole dei giornalisti che nella concitazione delle edizioni straordinarie cercano le frasi adatte per descrivere una situazione in realtà quasi indescrivibile, utilizzando per questo termini come inferno, catastrofe, tragedia. In una società in cui i mezzi di comunicazione non erano sviluppati quanto oggi, fu la radio che permise una prima e veloce diffusione dell’informazione sul territorio nazionale. Chi era in vacanza, al mare sulla spiaggia o in montagna, ancor prima di accendere il televisore, fu raggiunto dalla notizia proprio attraverso le voci dei giornalisti dei Gr nazionali.
Non mancarono poi, fin dalle prime concitate ore (l’edizione straordinaria va in onda circa un’ora dopo la strage), i tentativi di capire cosa fosse avvenuto. Inizialmente si fece spazio l’ipotesi dello scoppio di una caldaia, ma a questa si affiancò subito quella dell’attentato di marca neofascista collegato, in un qualche modo, con l’anniversario della strage dell’Italicus.
Molto interessante è poi il confronto che viene fatto fra le testate giornalistiche e le reazioni politiche. Molti giornali uscirono in edizione straordinaria, altri dedicarono gran parte delle edizioni del 3 e 4 agosto alla strage, raccogliendo testimonianze, pubblicando elenchi delle vittime svolgendo in tal modo un lavoro di informazione e al tempo stesso di ‘servizio’. Uno dei giornali locali più diffusi, Il Resto del Carlino, lanciò ad esempio una sottoscrizione in favore delle vittime e il fondo raccolto
si rivelò determinante per l’aiuto alle vittime, nell’immediato e soprattutto nei momenti e negli anni successivi all’evento.
Elemento che accompagna e accomuna tutte le cronache riportate dagli organi di informazione è,oltre alla commossa presenza del presidente Pertini, il rilievo dato al tremendo lavoro che svolsero i soccorritori, spesso volontari, e la reazione di grande dignità che la città intera oppose all’offesa.
Nonostante siano stati scritti molti testi sulla strage del 2 Agosto 1980, questo volume affronta l’argomento con un taglio del tutto originale.
Un’analisi puntuale ed inedita di come la tremenda notizia della strage alla Stazione centrale di Bologna sia stata raccontata dai mezzi di comunicazione di massa nei momenti immediatamente successivi allo scoppio della bomba.
Crea una certa suggestione rileggere e quasi risentire le parole dei giornalisti che nella concitazione delle edizioni straordinarie cercano le frasi adatte per descrivere una situazione in realtà quasi indescrivibile, utilizzando per questo termini come inferno, catastrofe, tragedia. In una società in cui i mezzi di comunicazione non erano sviluppati quanto oggi, fu la radio che permise una prima e veloce diffusione dell’informazione sul territorio nazionale. Chi era in vacanza, al mare sulla spiaggia o in montagna, ancor prima di accendere il televisore, fu raggiunto dalla notizia proprio attraverso le voci dei giornalisti dei Gr nazionali.
Non mancarono poi, fin dalle prime concitate ore (l’edizione straordinaria va in onda circa un’ora dopo la strage), i tentativi di capire cosa fosse avvenuto. Inizialmente si fece spazio l’ipotesi dello scoppio di una caldaia, ma a questa si affiancò subito quella dell’attentato di marca neofascista collegato, in un qualche modo, con l’anniversario della strage dell’Italicus.
Molto interessante è poi il confronto che viene fatto fra le testate giornalistiche e le reazioni politiche. Molti giornali uscirono in edizione straordinaria, altri dedicarono gran parte delle edizioni del 3 e 4 agosto alla strage, raccogliendo testimonianze, pubblicando elenchi delle vittime svolgendo in tal modo un lavoro di informazione e al tempo stesso di ‘servizio’. Uno dei giornali locali più diffusi, Il Resto del Carlino, lanciò ad esempio una sottoscrizione in favore delle vittime e il fondo raccolto
si rivelò determinante per l’aiuto alle vittime, nell’immediato e soprattutto nei momenti e negli anni successivi all’evento.
Elemento che accompagna e accomuna tutte le cronache riportate dagli organi di informazione è,oltre alla commossa presenza del presidente Pertini, il rilievo dato al tremendo lavoro che svolsero i soccorritori, spesso volontari, e la reazione di grande dignità che la città intera oppose all’offesa.
Nonostante siano stati scritti molti testi sulla strage del 2 Agosto 1980, questo volume affronta l’argomento con un taglio del tutto originale.
Recensione
“Questo mio lavoro è dedicato alle vittime degli attentati e a chi lotta per dare loro giustizia”. Queste le parole con cui Beatrice Tedeschi, curatrice di questo libro, ha voluto iniziare queste pagine scritte per rispondere ad una domanda essenziale: come hanno raccontato i giornali, le radio e le televisioni quel tragico attentato agli italiani?
Alcuni tassisti chiacchierano davanti al bar della stazione, un autista del Pullman ha appena fatto scendere degli sfortunati passeggeri che vanno ignari verso la morte; un cronista del Resto del Carlino si aggira per la stazione intento ad intervistare i vacanzieri in partenza…
Sono tutti li ma poi in un attimo, un boato assordante, “un terremoto” diranno i primi testimoni, riporterà indietro di 40 anni Bologna ed il resto del Paese con lei.
Polvere, macerie e morte arrossano gli occhi e impastano le parole dei primi increduli e sconvolti giornalisti che raggiungono in tutta fretta la stazione. L’incertezza sul numero di morti, scene dall’inferno. Poliziotti che a fatica trattengono i familiari dallo scavare a mani nude tra le macerie alla ricerca pazza e disperata dei propri cari. Medici tornati spontaneamente dalle vacanze si recano in massa direttamente sul luogo dell’attentato. Commozione e rabbia. Forza e disperazione. Questi i sentimenti che suscitano quelle parole scritte allora e rilette oggi in questo libro. L’immagine di Bologna, una città che non si piega nemmeno di fronte ad un attacco di questo tipo commuove e rinnova il senso civico di ognuno.
Non sono brutti ricordi quelli evocati in questo volume ma pagine di storia, di una storia agghiacciante raccontata minuto per minuto, con i limiti e i difetti della cronaca ma anche con la sua straordinaria capacità di fissare l’essenziale, immergendo il cuore di chi legge e di chi ascolta, in quella polvere, in quelle grida, tra quei morti.
Roberto Bortone
“Questo mio lavoro è dedicato alle vittime degli attentati e a chi lotta per dare loro giustizia”. Queste le parole con cui Beatrice Tedeschi, curatrice di questo libro, ha voluto iniziare queste pagine scritte per rispondere ad una domanda essenziale: come hanno raccontato i giornali, le radio e le televisioni quel tragico attentato agli italiani?
Alcuni tassisti chiacchierano davanti al bar della stazione, un autista del Pullman ha appena fatto scendere degli sfortunati passeggeri che vanno ignari verso la morte; un cronista del Resto del Carlino si aggira per la stazione intento ad intervistare i vacanzieri in partenza…
Sono tutti li ma poi in un attimo, un boato assordante, “un terremoto” diranno i primi testimoni, riporterà indietro di 40 anni Bologna ed il resto del Paese con lei.
Polvere, macerie e morte arrossano gli occhi e impastano le parole dei primi increduli e sconvolti giornalisti che raggiungono in tutta fretta la stazione. L’incertezza sul numero di morti, scene dall’inferno. Poliziotti che a fatica trattengono i familiari dallo scavare a mani nude tra le macerie alla ricerca pazza e disperata dei propri cari. Medici tornati spontaneamente dalle vacanze si recano in massa direttamente sul luogo dell’attentato. Commozione e rabbia. Forza e disperazione. Questi i sentimenti che suscitano quelle parole scritte allora e rilette oggi in questo libro. L’immagine di Bologna, una città che non si piega nemmeno di fronte ad un attacco di questo tipo commuove e rinnova il senso civico di ognuno.
Non sono brutti ricordi quelli evocati in questo volume ma pagine di storia, di una storia agghiacciante raccontata minuto per minuto, con i limiti e i difetti della cronaca ma anche con la sua straordinaria capacità di fissare l’essenziale, immergendo il cuore di chi legge e di chi ascolta, in quella polvere, in quelle grida, tra quei morti.
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