Joe Petrosino. Detective 285
Edito da Flaccovio, 2006
140 pagine, € 8,00
ISBN 8878042757
di Massimo Di Martino
Libro presente nelle categorie:
Quarta di copertina
Joe Petrosino fu il primo poliziotto a capire che per sconfiggere la mano nera o la mafia era necessario tagliare i collegamenti delittuosi con i boss che risiedevano in Sicilia. Decapitata la cupola, sarebbe stato possibile in futuro annientare le metastasi che infestavano il Nuovo Continente. Per fare questo bisognava creare un nucleo ristretto di detective, senza l’obbligo della divisa, che potesse interpretare le logiche perverse e scellerate dei “pezzi da novanta”. Joe aveva capito tutto questo cent’anni fa e lo stesso presidente degli Stati Uniti Theodore Roosevelt lo inviò in Italia per creare una prima rete di intelligence.
Joe Petrosino fu il primo poliziotto a capire che per sconfiggere la mano nera o la mafia era necessario tagliare i collegamenti delittuosi con i boss che risiedevano in Sicilia. Decapitata la cupola, sarebbe stato possibile in futuro annientare le metastasi che infestavano il Nuovo Continente. Per fare questo bisognava creare un nucleo ristretto di detective, senza l’obbligo della divisa, che potesse interpretare le logiche perverse e scellerate dei “pezzi da novanta”. Joe aveva capito tutto questo cent’anni fa e lo stesso presidente degli Stati Uniti Theodore Roosevelt lo inviò in Italia per creare una prima rete di intelligence.
Recensione
Petrosino come Dalla Chiesa.
Il paragone è arduo, ma non troppo. C'era del marcio negli Stati Uniti agli inizi del secolo scorso, un marcio che si poteva ancora pulire. Ad un giovane ma già esperto detective italiano fù affidato il compito di scoprire le radici di quel cancro chiamato allora "Mano Nera". Le metastasi partivano dalla Sicilia e lì Petrosino andò e trovò la morte. Perchè era stato lasciato solo da quel potere politico per cui lavorava. Quasi settanta anni dopo, nel 1982, l'Italia è stritolata dalla morsa criminale della mafia. Occorre reagire, serve un uomo in grado di guidare la reazione. Quell'uomo non poteva essere altri che il Generale Dalla Chiesa, chi conosce anche poco la storia del terrorismo nel nostro Paese sà perchè. E di nuovo le cellule deviate del nostro Paese diventavano metastasi partendo sempre da lì, dalla Sicilia. Anche Dalla Chiesa partì, si ritrovo solo, fu ucciso. Storie diverse ma simili, paradigmi di una lotta contro la criminalità organizzata che lascia il segno più nella memoria che in quel sistema maledetto e malato chiamato Cosa Nostra. Un libro da leggere questo di Di Martino, perchè se è vero che la storia non si riscrive mai su sé stessa, non dimentichiamo che il nostro presente non comincia da oggi.
Roberto Bortone
Petrosino come Dalla Chiesa.
Il paragone è arduo, ma non troppo. C'era del marcio negli Stati Uniti agli inizi del secolo scorso, un marcio che si poteva ancora pulire. Ad un giovane ma già esperto detective italiano fù affidato il compito di scoprire le radici di quel cancro chiamato allora "Mano Nera". Le metastasi partivano dalla Sicilia e lì Petrosino andò e trovò la morte. Perchè era stato lasciato solo da quel potere politico per cui lavorava. Quasi settanta anni dopo, nel 1982, l'Italia è stritolata dalla morsa criminale della mafia. Occorre reagire, serve un uomo in grado di guidare la reazione. Quell'uomo non poteva essere altri che il Generale Dalla Chiesa, chi conosce anche poco la storia del terrorismo nel nostro Paese sà perchè. E di nuovo le cellule deviate del nostro Paese diventavano metastasi partendo sempre da lì, dalla Sicilia. Anche Dalla Chiesa partì, si ritrovo solo, fu ucciso. Storie diverse ma simili, paradigmi di una lotta contro la criminalità organizzata che lascia il segno più nella memoria che in quel sistema maledetto e malato chiamato Cosa Nostra. Un libro da leggere questo di Di Martino, perchè se è vero che la storia non si riscrive mai su sé stessa, non dimentichiamo che il nostro presente non comincia da oggi.
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