Gli occhi di Piero. Storia di Piero Bruno, un ragazzo degli anni Settanta
Edito da Edizioni Alegre, 2006
100 pagine, € 9,00
ISBN 8889772077
di Massimiliano Coccia, Susanna Fontana
Libro presente nelle categorie:
Quarta di copertina
Nel novembre del 1975 durante un corteo per il riconoscimento della Repubblica Popolare dell’Angola, viene ucciso dalle forze dell’ordine Piero Bruno, studente dell’Itis Armellini e militante di Lotta Continua. Una storia che racchiude tante storie, una vicenda che rimane appesa nella aule giudiziarie con ricostruzioni assurde, archiviazioni ed ingiustizie, e che parla dell’intensità e delle contraddizioni di quegli anni. Un libro-inchiesta che scorre attraverso interviste (alla madre, alla sorella, all'avvocato e ad alcuni suoi amici) e ricostruzioni storiche, che scava nei meandri di anime e silenzi, di carte processuali e perizie che ancora gridano giustizia. Un libro che vive i luoghi della storia di Piero, la Roma popolare e antifascista della Garbatella, di Via Nansen, dei Mercati Generali, dei corridoi della sua scuola e della tortuosa Via Muratori, il luogo in cui fu ucciso dalla polizia. Un caso immediatamente insabbiato e dimenticato dalla politica, ma che a trent’anni di distanza emerge con tutte la sua attualità e richiesta di giustizia.
Nel novembre del 1975 durante un corteo per il riconoscimento della Repubblica Popolare dell’Angola, viene ucciso dalle forze dell’ordine Piero Bruno, studente dell’Itis Armellini e militante di Lotta Continua. Una storia che racchiude tante storie, una vicenda che rimane appesa nella aule giudiziarie con ricostruzioni assurde, archiviazioni ed ingiustizie, e che parla dell’intensità e delle contraddizioni di quegli anni. Un libro-inchiesta che scorre attraverso interviste (alla madre, alla sorella, all'avvocato e ad alcuni suoi amici) e ricostruzioni storiche, che scava nei meandri di anime e silenzi, di carte processuali e perizie che ancora gridano giustizia. Un libro che vive i luoghi della storia di Piero, la Roma popolare e antifascista della Garbatella, di Via Nansen, dei Mercati Generali, dei corridoi della sua scuola e della tortuosa Via Muratori, il luogo in cui fu ucciso dalla polizia. Un caso immediatamente insabbiato e dimenticato dalla politica, ma che a trent’anni di distanza emerge con tutte la sua attualità e richiesta di giustizia.
Recensione
Piero, ora ti ricordiamo di più.
Molti di noi non erano neanche nati quando tu smettevi di vivere. Pochi tra noi oggi conoscono la tua storia . I motivi di questa mancanza di memoria sono tanti. Non solo quelli anagrafici ovviamente. In questo libro si intravedono le cause di un insabbiamento politico, ma anche sociale e storico. Nel nostro Paese ci sono stati anni di piombo in cui tutto è stato lecito, tollerato. Come non dimenticare tutto questo? Qualcuno ogni tanto, un ex-terrorista, un politico illuminato, un magistrato non ancora stanco di indagare, e ciascuno con motivazioni divergenti, prova a riaprire quel dibattito mai concluso sull'acqua in cui nuotava il terrorismo e sulla responsabilità dello Stato nella strategia della tensione. I risultati sono sotto gli occhi di tutti Piero: zero risposte. Nessuno in Italia è realmente interessato a riaprire quelle ferite, ad ammettere le responsabilità dei morti, figuriamoci dei vivi. La tua storia raccontata in queste pagine credo che un giorno potrà ricevere la giusta memoria, e contribuire ad una riflessione seria su quelle vite spezzate dalla violenza dello Stato, dall'ingenuità della lotta. Per ora Piero, ce la portiamo dentro, mentre passeggiamo per le vie in cui sei caduto, mentre guardiamo le immagini del G8, e ogni volta che un giovane nel mondo perde la vita senza motivo.
Roberto Bortone
Piero, ora ti ricordiamo di più.
Molti di noi non erano neanche nati quando tu smettevi di vivere. Pochi tra noi oggi conoscono la tua storia . I motivi di questa mancanza di memoria sono tanti. Non solo quelli anagrafici ovviamente. In questo libro si intravedono le cause di un insabbiamento politico, ma anche sociale e storico. Nel nostro Paese ci sono stati anni di piombo in cui tutto è stato lecito, tollerato. Come non dimenticare tutto questo? Qualcuno ogni tanto, un ex-terrorista, un politico illuminato, un magistrato non ancora stanco di indagare, e ciascuno con motivazioni divergenti, prova a riaprire quel dibattito mai concluso sull'acqua in cui nuotava il terrorismo e sulla responsabilità dello Stato nella strategia della tensione. I risultati sono sotto gli occhi di tutti Piero: zero risposte. Nessuno in Italia è realmente interessato a riaprire quelle ferite, ad ammettere le responsabilità dei morti, figuriamoci dei vivi. La tua storia raccontata in queste pagine credo che un giorno potrà ricevere la giusta memoria, e contribuire ad una riflessione seria su quelle vite spezzate dalla violenza dello Stato, dall'ingenuità della lotta. Per ora Piero, ce la portiamo dentro, mentre passeggiamo per le vie in cui sei caduto, mentre guardiamo le immagini del G8, e ogni volta che un giovane nel mondo perde la vita senza motivo.
Roberto Bortone
Annotazioni
Redatto con la collaborazione della Associazione Culturale Piero Bruno:
www.ass-pierobruno.org
Redatto con la collaborazione della Associazione Culturale Piero Bruno:
www.ass-pierobruno.org
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