Invece della violenza. Viaggio nella "regione del distacco".
Edito da Bompiani, 1967
273 pagine
di Furio Colombo
Libro presente nelle categorie:
Quarta di copertina
Il titolo di questo libro propone una alternativa, una alternativa alla violenza. La violenza è quella di una società minata da una nevrosi bellica, messa in crisi dalla discriminazione razziale, dalla scommessa mortale del rischio atomico. E' la società americana, perché questo libro racconta una serie di esperienze e di indagini condotte nel cuore della società americana, ma al limite è la società in cui vive l'uomo contemporaneo. L'alternativa è quella proposta dai giovani che cantano le canzoni di Bob Dylan e di Joan Baez, dagli studenti dei "campus" universitari che solidarizzano con la minoranza negra, che oppongono una nuova forma di dolcezza, una contestazione pacifica ma imponente, al mondo degli adulti. Con i giovani abita questa "regione del distacco", della separazione volontaria da un mondo che accetta la distruzione, un certo numero di intellettuali, di artisti, di insegnanti universitari, di educatori; e i politici si pongono il problema di distruggerli o conquistarli. La storia e la cronaca di questa situazione, commentata con una sensibilità sociologica che amalgama e approfondisce la vivace immediatezza dei dati di costume, ci impone una domanda: l'alternativa proposta dai giovani che rifiutano la violenza, sino a che punto coinvolge tutti noi?
Il titolo di questo libro propone una alternativa, una alternativa alla violenza. La violenza è quella di una società minata da una nevrosi bellica, messa in crisi dalla discriminazione razziale, dalla scommessa mortale del rischio atomico. E' la società americana, perché questo libro racconta una serie di esperienze e di indagini condotte nel cuore della società americana, ma al limite è la società in cui vive l'uomo contemporaneo. L'alternativa è quella proposta dai giovani che cantano le canzoni di Bob Dylan e di Joan Baez, dagli studenti dei "campus" universitari che solidarizzano con la minoranza negra, che oppongono una nuova forma di dolcezza, una contestazione pacifica ma imponente, al mondo degli adulti. Con i giovani abita questa "regione del distacco", della separazione volontaria da un mondo che accetta la distruzione, un certo numero di intellettuali, di artisti, di insegnanti universitari, di educatori; e i politici si pongono il problema di distruggerli o conquistarli. La storia e la cronaca di questa situazione, commentata con una sensibilità sociologica che amalgama e approfondisce la vivace immediatezza dei dati di costume, ci impone una domanda: l'alternativa proposta dai giovani che rifiutano la violenza, sino a che punto coinvolge tutti noi?
Sullo stesso argomento
Articoli in archivio
DIBATTITO - La contestazione rappresentò una cesura fondamentale, come quella successiva dell'89: dopo l'intervento di Benedetto XVI
Chiesa e '68: partita aperta
La parola «crisi» rappresenta appieno quegli anni: la speranza allora era di superarla, ma il progetto raramente riuscì. Vinse la soggettività del desiderio: ma resta oggi aperta la domanda sul futuro
Chiesa e '68: partita aperta
La parola «crisi» rappresenta appieno quegli anni: la speranza allora era di superarla, ma il progetto raramente riuscì. Vinse la soggettività del desiderio: ma resta oggi aperta la domanda sul futuro
di Vittorio Possenti su Avvenire del 27/07/2007
In biblioteca
di Piero Di Giorgi
Luiss University Press, 2009
Luiss University Press, 2009