Autunno caldo e "anni di piombo". Il sindacato milanese dinanzi alla crisi economica e istituzionale
Edito da Franco Angeli, 2006
192 pagine, € 18,00
ISBN 8846480325
di Claudia Magnanini
Libro presente nelle categorie:
Quarta di copertina
Durante gli anni Sessanta e Settanta del Novecento, periodo cruciale della storia del sindacato italiano, la Camera del lavoro rinsaldò quel ruolo di avanguardia fino a oggi scarsamente riconosciuto dalla storiografia e che essa in realtà deteneva a partire dalla sua nascita. Dopo una prima fase di partecipazione critica alla programmazione economica promossa dalla giunta di centrosinistra, la Camera del lavoro, negli anni della contestazione giovanile e dell’autunno caldo, assunse la rappresentanza dei nuovi soggetti collettivi sorti spontaneamente all’interno delle fabbriche e seppe recuperare, grazie all’adozione di un nuovo modello di relazioni industriali, la guida del movimento dei lavoratori, fino a supplire i partiti politici in crisi di credibilità.
Nel volume si ricostruisce il processo avviato negli anni Settanta che vedeva, da un lato, la mobilitazione dei lavoratori e dall’altro, il confronto programmatico con le forze politiche e i rappresentanti del fronte industriale. Il duro attacco portato dall’eversione di destra e dalle Brigate rosse alle istituzioni democratiche, già gravemente compromesse dagli scandali nel mondo politico e indebolite dalla crisi economica, spinse la Camera del lavoro a imboccare la strada dell’assunzione di responsabilità e del contenimento della conflittualità sociale.
Nel periodo preso in esame l’organismo camerale dovette confrontarsi anche con le importanti trasformazioni sociali ed economiche verificatesi nel capoluogo milanese, tra cui il prevalere del terziario, la crisi di gruppi industriali storici e il mutamento della composizione della forza lavoro nelle fabbriche.
Indice:
Introduzione
La Camera del lavoro di Milano dalla metà degli anni Sessanta all’autunno caldo
(Il congresso del 1965; Dalla ripresa delle lotte nel biennio 1965-1966 alla contestazione della base; La Camera del lavoro alla prova dello spontaneismo; Il congresso camerale del 1969. La rappresentanza dei nuovi soggetti collettivi; Il sindacato «cavalca la tigre» all’attivismo operaio)
Dalla «Contestazione permanente» ai «ragionevoli compromessi»
(Il tempo del dialogo. Le lotte unitarie del biennio 1970-1971; Dalle vertenze dell’autunno del 1972 al Congresso camerale del 1973: «Una grave crisi pesa sull’Italia»; La riorganizzazione della Camera del lavoro milanese dopo il congresso del 1973)
Verso i governi di solidarietà nazionale: gli anni della crisi energetica e del terrorismo
(Il movimento sindacale milanese alla prova della crisi economica: un «gigante dai piedi di argilla»; Il «terremoto organizzativo» nella seconda metà degli anni Settanta: il congresso di Ariccia)
L’inizio del declino. Dalla politica dell’Eur alla manifestazione dei quarantamila
(La svolta dell’Eur: «Sacrifici con contropartite» per risanare l’Italia; Tra conflittualità e concertazione: le vertenze contrattuali a Milano nel 1978-1979; Alla prova dell’offensiva moderna: la scelta di una via alternativa)
Indice dei nomi.
Durante gli anni Sessanta e Settanta del Novecento, periodo cruciale della storia del sindacato italiano, la Camera del lavoro rinsaldò quel ruolo di avanguardia fino a oggi scarsamente riconosciuto dalla storiografia e che essa in realtà deteneva a partire dalla sua nascita. Dopo una prima fase di partecipazione critica alla programmazione economica promossa dalla giunta di centrosinistra, la Camera del lavoro, negli anni della contestazione giovanile e dell’autunno caldo, assunse la rappresentanza dei nuovi soggetti collettivi sorti spontaneamente all’interno delle fabbriche e seppe recuperare, grazie all’adozione di un nuovo modello di relazioni industriali, la guida del movimento dei lavoratori, fino a supplire i partiti politici in crisi di credibilità.
Nel volume si ricostruisce il processo avviato negli anni Settanta che vedeva, da un lato, la mobilitazione dei lavoratori e dall’altro, il confronto programmatico con le forze politiche e i rappresentanti del fronte industriale. Il duro attacco portato dall’eversione di destra e dalle Brigate rosse alle istituzioni democratiche, già gravemente compromesse dagli scandali nel mondo politico e indebolite dalla crisi economica, spinse la Camera del lavoro a imboccare la strada dell’assunzione di responsabilità e del contenimento della conflittualità sociale.
Nel periodo preso in esame l’organismo camerale dovette confrontarsi anche con le importanti trasformazioni sociali ed economiche verificatesi nel capoluogo milanese, tra cui il prevalere del terziario, la crisi di gruppi industriali storici e il mutamento della composizione della forza lavoro nelle fabbriche.
Indice:
Introduzione
La Camera del lavoro di Milano dalla metà degli anni Sessanta all’autunno caldo
(Il congresso del 1965; Dalla ripresa delle lotte nel biennio 1965-1966 alla contestazione della base; La Camera del lavoro alla prova dello spontaneismo; Il congresso camerale del 1969. La rappresentanza dei nuovi soggetti collettivi; Il sindacato «cavalca la tigre» all’attivismo operaio)
Dalla «Contestazione permanente» ai «ragionevoli compromessi»
(Il tempo del dialogo. Le lotte unitarie del biennio 1970-1971; Dalle vertenze dell’autunno del 1972 al Congresso camerale del 1973: «Una grave crisi pesa sull’Italia»; La riorganizzazione della Camera del lavoro milanese dopo il congresso del 1973)
Verso i governi di solidarietà nazionale: gli anni della crisi energetica e del terrorismo
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