Il pistarolo. Da Piazza Fontana, trent'anni di storia raccontati da un grande cronista
Edito da Il Saggiatore, 2006
383 pagine, € 19,00
ISBN 8842814296
di Marco Nozza
Libro presente nelle categorie:
Quarta di copertina
Li chiamavano pistaroli, dal francese pistard, un gruppo di giornalisti d'inchiesta che non cercava lo scoop a ogni costo, ma la verità dei fatti, quelli scomodi, spesso insabbiati dalle autorità politiche o dai servizi segreti. In anni complessi e bui della storia italiana, Marco Nozza si è messo sulle tracce di piste nere e piste rosse, ha raccolto dati, indizi, interviste, documenti processuali. Attraverso i suoi appunti e la sua voce, questo libro è la ricostruzione di trent'anni di storia italiana: dalla strage di piazza Fontana alla bomba dell'Italicus, dal processo di Catanzaro alla Rosa dei venti, dalla strage della stazione di Bologna ai delitti delle Br e del terrorismo. Una testimonianza che il giornalismo è o dovrebbe essere una professione civile al servizio dell'informazione. Come scrive Corrado Stajano nell'introduzione: "Piazza Fontana e quel che ne seguì fu un evento che fece da cesura alla vita di tutta una generazione. Ci fu un prima e un dopo. Una riscoperta del mondo e di se stessi. Anche per i giornalisti. I questori, i prefetti, i procuratori della Repubblica, i commissari della polizia, abituati a essere ascoltati dalla stampa amica, erano esterrefatti di dover render conto di quel che facevano e dicevano, non soltanto ai "sovversivi" dei fogli di opposizione, ma ai giornalisti della stampa borghese, inquietati da quel che era accaduto: le verità ufficiali che non corrispondevano ai fatti, se si andava soltanto a dare un'unghiata sotto sotto la vernice dell'apparenza".
Li chiamavano pistaroli, dal francese pistard, un gruppo di giornalisti d'inchiesta che non cercava lo scoop a ogni costo, ma la verità dei fatti, quelli scomodi, spesso insabbiati dalle autorità politiche o dai servizi segreti. In anni complessi e bui della storia italiana, Marco Nozza si è messo sulle tracce di piste nere e piste rosse, ha raccolto dati, indizi, interviste, documenti processuali. Attraverso i suoi appunti e la sua voce, questo libro è la ricostruzione di trent'anni di storia italiana: dalla strage di piazza Fontana alla bomba dell'Italicus, dal processo di Catanzaro alla Rosa dei venti, dalla strage della stazione di Bologna ai delitti delle Br e del terrorismo. Una testimonianza che il giornalismo è o dovrebbe essere una professione civile al servizio dell'informazione. Come scrive Corrado Stajano nell'introduzione: "Piazza Fontana e quel che ne seguì fu un evento che fece da cesura alla vita di tutta una generazione. Ci fu un prima e un dopo. Una riscoperta del mondo e di se stessi. Anche per i giornalisti. I questori, i prefetti, i procuratori della Repubblica, i commissari della polizia, abituati a essere ascoltati dalla stampa amica, erano esterrefatti di dover render conto di quel che facevano e dicevano, non soltanto ai "sovversivi" dei fogli di opposizione, ma ai giornalisti della stampa borghese, inquietati da quel che era accaduto: le verità ufficiali che non corrispondevano ai fatti, se si andava soltanto a dare un'unghiata sotto sotto la vernice dell'apparenza".
Recensione
Questo è un grande libro, diciamolo subito. Prima di annacquare il giudizio su queste pagine con delle righe utili ma anche inutili di presentazione voglio ribadire con forza che questo è un libro che va letto e al più presto. Il ritmo avvincente, da cronista di nera, con cui Nozza ci fa precipitare negli anni di piombo è solo uno degli elementi positivi del libro. La vera differenza la fa il contenuto, come è ovvio. Il racconto del giornalista di strada, anzi di pista, che guarda con sospetto le veline e crede nel valore profondamente umano della sua professione offre agli eventi raccontati una luce nuova, vorrei dire vera. Eventi tragici quelli descritti in queste righe, da Piazza Fontana alle Brigate Rosse.
Nozza rileggendo il suo "calepino" ripensa anche il giornalismo di allora, fatto di rischi e compromessi e ricorda, a volte anche con un po' di amarezza, che lui nella scelta tra una cena fuori con i colleghi o un avanzamento di carriera non ha mai avuto dubbi. E ha pagato per le sue scelte. Racconta di aver perso tanti treni. Magari tanti lo seguissero e andassero a piedi. Ci sarebbe più informazione nel nostro Paese, sicuramente più democrazia.
Roberto Bortone
Questo è un grande libro, diciamolo subito. Prima di annacquare il giudizio su queste pagine con delle righe utili ma anche inutili di presentazione voglio ribadire con forza che questo è un libro che va letto e al più presto. Il ritmo avvincente, da cronista di nera, con cui Nozza ci fa precipitare negli anni di piombo è solo uno degli elementi positivi del libro. La vera differenza la fa il contenuto, come è ovvio. Il racconto del giornalista di strada, anzi di pista, che guarda con sospetto le veline e crede nel valore profondamente umano della sua professione offre agli eventi raccontati una luce nuova, vorrei dire vera. Eventi tragici quelli descritti in queste righe, da Piazza Fontana alle Brigate Rosse.
Nozza rileggendo il suo "calepino" ripensa anche il giornalismo di allora, fatto di rischi e compromessi e ricorda, a volte anche con un po' di amarezza, che lui nella scelta tra una cena fuori con i colleghi o un avanzamento di carriera non ha mai avuto dubbi. E ha pagato per le sue scelte. Racconta di aver perso tanti treni. Magari tanti lo seguissero e andassero a piedi. Ci sarebbe più informazione nel nostro Paese, sicuramente più democrazia.
Roberto Bortone
Annotazioni
(introduzione di Corrado Stajano)
(introduzione di Corrado Stajano)
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