1977 l'anno in cui il futuro incominciò
Edito da Fandango Libri, 2002
166 pagine, € 16,00
ISBN 8887517262
di Franco Berardi, V. Bridi
Libro presente nelle categorie:
Quarta di copertina
"Anch'io non vado indietro, non vado avanti ma preferisco fermarmi sui sessanta giorni che allora mi colpirono e colpirono in pieno la città (di Bologna) che dopo, certamente, non fu mai come prima (...). La vera novità, a mio parere, la vera utilità non andata negletta nonostante tutto, fu la libertà "confusa" ed esaltante della comunicazione alternativa; fu il linguaggio morbido e violentissimo, lacerante ed esaltante nei sentimenti e nelle idee, di quella comunicazione. Senza mediazioni, occultamenti, travisamenti tradizionali della verità, l'informazione, direi la comunicazione costante e quasi sillabata di cui in quei giorni Radio Alice fu protagonista, si presentò in diretta nuda e cruda, col fascino tormentato e verginale della giovinezza. Riuscì non dico a conquistare ma ad attirare anche il pubblico di altre parti politiche, sostituendosi alla latitanza, in ogni senso, delle comunicazioni ufficiali. Incerte, sorprese e in qualche modo impaurite.
Proprio per tutto questo (lo ripeto, e a mio parere) che rappresenta comunque una vittoria dentro a una sconfitta, quei giorni di marzo non si possono davvero accantonare. Nelle memorie private e nella memoria in generale. Anzi, con un po' di prepotenza necessaria, si fanno col passare degli anni sempre più un utile indispensabile luogo di riferimento e di riflessione".
Roberto Roversi
"Anch'io non vado indietro, non vado avanti ma preferisco fermarmi sui sessanta giorni che allora mi colpirono e colpirono in pieno la città (di Bologna) che dopo, certamente, non fu mai come prima (...). La vera novità, a mio parere, la vera utilità non andata negletta nonostante tutto, fu la libertà "confusa" ed esaltante della comunicazione alternativa; fu il linguaggio morbido e violentissimo, lacerante ed esaltante nei sentimenti e nelle idee, di quella comunicazione. Senza mediazioni, occultamenti, travisamenti tradizionali della verità, l'informazione, direi la comunicazione costante e quasi sillabata di cui in quei giorni Radio Alice fu protagonista, si presentò in diretta nuda e cruda, col fascino tormentato e verginale della giovinezza. Riuscì non dico a conquistare ma ad attirare anche il pubblico di altre parti politiche, sostituendosi alla latitanza, in ogni senso, delle comunicazioni ufficiali. Incerte, sorprese e in qualche modo impaurite.
Proprio per tutto questo (lo ripeto, e a mio parere) che rappresenta comunque una vittoria dentro a una sconfitta, quei giorni di marzo non si possono davvero accantonare. Nelle memorie private e nella memoria in generale. Anzi, con un po' di prepotenza necessaria, si fanno col passare degli anni sempre più un utile indispensabile luogo di riferimento e di riflessione".
Roberto Roversi
Annotazioni
A cura di Franco Berardi (Bifo) e Veronica Bridi
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di Valerio Varesi su La Repubblica del 20/05/2007