Una stella a cinque punte. Le inchieste D'Antona e Biagi e le nuove BR
Edito da Baldini Castoldi Dalai, 2007
177 pagine, € 13,50
ISBN 8884909480
di Daniele Biacchessi
Libro presente nelle categorie:
Quarta di copertina
Il volume di Daniele Biacchessi raccoglie per la prima volta il racconto degli investigatori titolari delle indagini sugli omicidi di Massimo D’Antona (Roma, 20 maggio 1999) e Marco Biagi (Bologna, 19 marzo 2002). Sono le testimonianze inedite di Carlo De Stefano, direttore della Polizia di Prevenzione, Franco Gabrielli, attuale direttore del Sisde, già capo del Servizio Centrale Antiterrorismo, Eugenio Spina, dirigente della Polizia di Prevenzione, Vittorio Rizzi, capo della Squadra Mobile di Milano, già alla guida del Gruppo Investigativo Biagi, e di una squadra di agenti specializzati in inchieste sul campo che portano nomi in codice di capi indiani.
La svolta della loro inchiesta giunge il 2 marzo 2003. E’ il giorno della sparatoria sul treno interregionale Roma-Firenze. Vengono uccisi il poliziotto Emanuele Petri e il brigatista Mario Galesi, e arrestata Nadia Desdemona Lioce. Dagli zainetti dei brigatisti, gli investigatori sequestrano due computer palmari. I poliziotti sfruttano a quel punto la scia informatica. L’impronta digitale nascosta in un messaggio di posta elettronica, quello che contiene il documento di rivendicazione dell’omicidio di Marco Biagi. È la traccia che porta a decifrare i volti degli assassini di D’Antona e Biagi. Sono i nuovi terroristi. Né clandestini, neppure latitanti. Conducono una vita normale, alla luce del sole.
Il libro si completa con un capitolo dedicato all'operazione del 12 febbraio 2007, della Polizia e dei magistrati di Milano , contro la cosiddetta seconda posizione delle Brigate Rosse.
Prefazione Guido Gentili.
Postfazione Carlo De Stefano.
Il volume di Daniele Biacchessi raccoglie per la prima volta il racconto degli investigatori titolari delle indagini sugli omicidi di Massimo D’Antona (Roma, 20 maggio 1999) e Marco Biagi (Bologna, 19 marzo 2002). Sono le testimonianze inedite di Carlo De Stefano, direttore della Polizia di Prevenzione, Franco Gabrielli, attuale direttore del Sisde, già capo del Servizio Centrale Antiterrorismo, Eugenio Spina, dirigente della Polizia di Prevenzione, Vittorio Rizzi, capo della Squadra Mobile di Milano, già alla guida del Gruppo Investigativo Biagi, e di una squadra di agenti specializzati in inchieste sul campo che portano nomi in codice di capi indiani.
La svolta della loro inchiesta giunge il 2 marzo 2003. E’ il giorno della sparatoria sul treno interregionale Roma-Firenze. Vengono uccisi il poliziotto Emanuele Petri e il brigatista Mario Galesi, e arrestata Nadia Desdemona Lioce. Dagli zainetti dei brigatisti, gli investigatori sequestrano due computer palmari. I poliziotti sfruttano a quel punto la scia informatica. L’impronta digitale nascosta in un messaggio di posta elettronica, quello che contiene il documento di rivendicazione dell’omicidio di Marco Biagi. È la traccia che porta a decifrare i volti degli assassini di D’Antona e Biagi. Sono i nuovi terroristi. Né clandestini, neppure latitanti. Conducono una vita normale, alla luce del sole.
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