La malavita a Napoli tra Otto e Novecento. Ricerche di sociologia criminale
Edito da Stamperia del Valentino, 2007
256 pagine, € 20,00
ISBN 8895063003
di Abele De Blasio
Quarta di copertina
Ironico e crudo sguardo sul mondo della emarginazione napoletana, della Malavita organizzata e non, questo testo fu concepito, incredibile a dirlo, come un trattato di sociologia criminale.
L’aspetto scientifico - primario nelle intenzioni del De Blasio - oggi è caduto miseramente con le teorie del suo maestro Cesare Lombroso. Ma il testo – al contrario di quanto sarebbe stato lecito attendersi – non si è vanificato: ci tramanda una vivida immagine di un mondo sottoproletario dedito all’arte di arrangiarsi, in una Napoli che solo per avventura è quella del XIX secolo. Se si superano gli inevitabili anacronismi di un testo che ha oramai più di cent’anni, questo libro potrebbe essere stato scritto oggi.
Tutti gli ingredienti e le storture attuali vi sono contemplati, escluso il solo fenomeno della droga. Ma il resto c’è tutto, con un’attualità cocente: dal leggendario “pacco”, allo scippo, al traffico di carne umana, alla vendita dei bambini, a quelli che sembrano ingenui raggiri, ma che ancor oggi sono in grado di mietere abbondante messe di vittime.
Ironico e crudo sguardo sul mondo della emarginazione napoletana, della Malavita organizzata e non, questo testo fu concepito, incredibile a dirlo, come un trattato di sociologia criminale.
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