Avevo vent'anni. Storia di un collettivo studentesco. 1977-2007

Edito da Feltrinelli Editore, 2007
160 pagine, € 8,50
ISBN 8807840807

di Enrico Franceschini

Quarta di copertina

Il ’77 trent’anni dopo. Il ’77 di Bologna, che fu città nodale del “movimento”. Il ’77 visto attraverso un gruppo di protagonisti. Com’erano allora. Come sono adesso. La giovinezza, i vent’anni guardati da lontano. Senza nostalgia. Ma quasi con un senso di meraviglia.

Sono passati trent’anni dal 1977, l’anno in cui in molte università italiane esplose la protesta di un movimento studentesco assai diverso da quello del 1968: meno ideologico, slegato dalla disciplina di gruppi e partitini, animato da un lato dall’ala creativa e dagli “indiani metropolitani”, dall’altro da autoriduzioni, espropri “proletari” e dalla violenza dell’autonomia operaia, che sarebbe poi sfociata nel terrorismo.
Questo libro racconta la storia di un “collettivo” di studenti, il collettivo di Giurisprudenza dell’Università di Bologna: la città che del ’77 fu il cuore, dolce e duro a seconda dei momenti. Cinquanta membri di quel collettivo, ritrovati e interrogati dall’autore – il giornalista e scrittore Enrico Franceschini, che era uno di loro –, riflettono su cosa è stata quell’esperienza, come li ha cambiati, cosa sono diventati oggi: ricordi, rimpianti, illusioni, bilanci, confronti. Una testimonianza a più voci, in “collettivo” appunto, per spiegare “come eravamo” e “chi siamo”, com’era una certa Italia di trent’anni fa e com’è l’Italia del 2007. Una seduta di autocoscienza di gruppo – così sarebbe stata chiamata all’epoca – su politica, terrorismo, droga, violenza, amore, amicizia, soldi, ideali, televisione, musica, cinema, narrativa, pubblico&privato. Un modo di fare i conti con una stagione di passioni giovanili che ha segnato una svolta nel nostro paese, e anche – o forse soprattutto – una maniera di raccontare quella stagione a chi non c’era, ai ventenni di oggi, ai figli dei ventenni del ’77.

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