L'uomo di vetro
Edito da SugarCo, 2007
160 pagine, € 16,50
ISBN 8871985237
di Salvatore Parlagreco
Quarta di copertina
Dal romanzo l’omonimo film di Stefano Incerti con David Coco, Tony Sperandeo e Anna Bonaiuto nelle sale cinematografiche dal 2 giugno 2007.
La follia era dunque quegli occhi smarriti? Quante volte aveva ucciso? Quattro, cinque volte? Avrebbero potuto essere di più. Molte di più. Quell’uomo era morto e potevo ordinare che ripetesse ogni gesto o parola tutte le volte che volevo. Anche la morte si lasciava ingannare...
L’uomo di vetro - Premio Walter Tobagi - cui si ispira il recente omonimo film prodotto dalla RAI e dalla Red Film e sceneggiato da Heidrun Schleef e da Salvatore Parlagreco, è la storia di un piccolo boss pluriomicida, Leonardo Vitale, che confessa i suoi crimini e vuole espiare, ma non viene creduto perché ritenuto pazzo. La confessione è una diabolica strategia dell’inconscio messa in atto da una mente malata per i suoi detrattori, e non una torbida, raffinata strategia del Potere con i suoi collaudati strumenti di esclusione.Tormentato dai sensi di colpa, minacciato da potenti boss, assediato dai familiari spaventati, costretto a peregrinare da un manicomio all’altro e sottoposto a crudeli terapie, Leonardo Vitale poté vivere da pazzo per undici anni, perché il pazzo non ha verità né menzogne e le sue parole non contano niente.
Dal romanzo l’omonimo film di Stefano Incerti con David Coco, Tony Sperandeo e Anna Bonaiuto nelle sale cinematografiche dal 2 giugno 2007.
La follia era dunque quegli occhi smarriti? Quante volte aveva ucciso? Quattro, cinque volte? Avrebbero potuto essere di più. Molte di più. Quell’uomo era morto e potevo ordinare che ripetesse ogni gesto o parola tutte le volte che volevo. Anche la morte si lasciava ingannare...
L’uomo di vetro - Premio Walter Tobagi - cui si ispira il recente omonimo film prodotto dalla RAI e dalla Red Film e sceneggiato da Heidrun Schleef e da Salvatore Parlagreco, è la storia di un piccolo boss pluriomicida, Leonardo Vitale, che confessa i suoi crimini e vuole espiare, ma non viene creduto perché ritenuto pazzo. La confessione è una diabolica strategia dell’inconscio messa in atto da una mente malata per i suoi detrattori, e non una torbida, raffinata strategia del Potere con i suoi collaudati strumenti di esclusione.Tormentato dai sensi di colpa, minacciato da potenti boss, assediato dai familiari spaventati, costretto a peregrinare da un manicomio all’altro e sottoposto a crudeli terapie, Leonardo Vitale poté vivere da pazzo per undici anni, perché il pazzo non ha verità né menzogne e le sue parole non contano niente.
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