Il «golpe Borghese». Un golpe virtuale all'italiana
Edito da Lo Scarabeo, 2006
136 pagine, € 16,00
ISBN 8884780928
di Adriano Monti
Libro presente nelle categorie:
Quarta di copertina
È il primo libro di memorie sul “golpe Borghese” nel quale non si parla tanto dell’azione “militare” quanto delle ragioni che lo hanno prodotto e dei rapporti a livello internazionale che lo hanno determinato. Scritto con prosa sobria e asciutta, senza concessioni alla retorica e al reducismo, il libro di Monti contribuisce a rendere più chiara una pagina importante della storia italiana. La figura di Junio Valerio Borghese, il “principe nero”, come era chiamato dalla pubblicistica dell’epoca, emerge in un ritratto nitido, reso chiaro dalle interconnessioni internazionali (Kissinger e Skorzeny, per fare altri nomi significativi di questa storia) fissate già alla fine del secondo conflitto mondiale in un intreccio interessante che aveva un solo scopo: quello di tenere lontani i comunisti dall’area del potere. Il “golpe” del dicembre 1970 rappresenta l’ultimo atto della strategia della “cortina di ferro” o del “contenimento” del comunismo internazionale e del suo ispiratore, l’URSS. Monti mette bene in rilievo come il varo del governo di centro-sinistra (1963) rompa alcuni equilibri tipici del periodo del centrismo e induca alcuni ambienti militari e politici a provvedere alla messa in mora dei comunisti, accusati di preparare un piano eversivo. Documentata e seria, la memoria di Monti affronta anche le relazioni tra alcuni ambienti americani e personalità del Governo italiano, senza per altro giungere a conclusioni, n´ assolutorie, n´ giudicatorie.
È il primo libro di memorie sul “golpe Borghese” nel quale non si parla tanto dell’azione “militare” quanto delle ragioni che lo hanno prodotto e dei rapporti a livello internazionale che lo hanno determinato. Scritto con prosa sobria e asciutta, senza concessioni alla retorica e al reducismo, il libro di Monti contribuisce a rendere più chiara una pagina importante della storia italiana. La figura di Junio Valerio Borghese, il “principe nero”, come era chiamato dalla pubblicistica dell’epoca, emerge in un ritratto nitido, reso chiaro dalle interconnessioni internazionali (Kissinger e Skorzeny, per fare altri nomi significativi di questa storia) fissate già alla fine del secondo conflitto mondiale in un intreccio interessante che aveva un solo scopo: quello di tenere lontani i comunisti dall’area del potere. Il “golpe” del dicembre 1970 rappresenta l’ultimo atto della strategia della “cortina di ferro” o del “contenimento” del comunismo internazionale e del suo ispiratore, l’URSS. Monti mette bene in rilievo come il varo del governo di centro-sinistra (1963) rompa alcuni equilibri tipici del periodo del centrismo e induca alcuni ambienti militari e politici a provvedere alla messa in mora dei comunisti, accusati di preparare un piano eversivo. Documentata e seria, la memoria di Monti affronta anche le relazioni tra alcuni ambienti americani e personalità del Governo italiano, senza per altro giungere a conclusioni, n´ assolutorie, n´ giudicatorie.
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