Cosa nostra e l'uso dell'uomo come cosa. Riflessioni su mafia e deumanizzazione
Edito da Franco Angeli, 2007
192 pagine, € 22,00
ISBN 8846490070
di Ines Testoni
Quarta di copertina
La mafia - sostiene la curatrice di questo volume - è un fenomeno che interessa la società intera in quanto avanguardia capitalistica che commercia e usa l'umano come "cosa". Questa modalità di considerare la mafia non tanto come un prodotto deteriore di una società povera quanto piuttosto come l'emergenza di una novità destinata a ottenere un sempre più ampio successo nel mondo è data da una specifica contingenza storica, ovvero la crisi determinata dal declino degli immutabili e dalla volontà di evitare che essi declinino. La perdita delle certezze che la cultura tradizionale garantiva rispetto al perché vivere è causa di una forte angoscia sociale che produce come esito il desiderio regressivo di tornare a credere a ciò in cui non si crede più. Il tema dei diritti umani e la questione della loro universalizzazione dipana il filo rosso della discussione all'interno della polarità tra crisi determinata dal declino di certezze e anticulturalità. Il testo si espone dunque come un percorso in cui intellettuali, scienziati e politici offrono le proprie riflessioni relativamente ai diversi nodi che tale percorso implica, sia assumendo posizioni in contrasto, sia offrendo approfondimenti e testimonianze. Scritti di: Antonino Inastasi, Pietro Barcellona, Paolo Corsini, Paola Degani, Natalino Irti, Emanuele Severino, Renate Siebert, Ines Testoni, Luciano Violante, Adriano Zamperini.
La mafia - sostiene la curatrice di questo volume - è un fenomeno che interessa la società intera in quanto avanguardia capitalistica che commercia e usa l'umano come "cosa". Questa modalità di considerare la mafia non tanto come un prodotto deteriore di una società povera quanto piuttosto come l'emergenza di una novità destinata a ottenere un sempre più ampio successo nel mondo è data da una specifica contingenza storica, ovvero la crisi determinata dal declino degli immutabili e dalla volontà di evitare che essi declinino. La perdita delle certezze che la cultura tradizionale garantiva rispetto al perché vivere è causa di una forte angoscia sociale che produce come esito il desiderio regressivo di tornare a credere a ciò in cui non si crede più. Il tema dei diritti umani e la questione della loro universalizzazione dipana il filo rosso della discussione all'interno della polarità tra crisi determinata dal declino di certezze e anticulturalità. Il testo si espone dunque come un percorso in cui intellettuali, scienziati e politici offrono le proprie riflessioni relativamente ai diversi nodi che tale percorso implica, sia assumendo posizioni in contrasto, sia offrendo approfondimenti e testimonianze. Scritti di: Antonino Inastasi, Pietro Barcellona, Paolo Corsini, Paola Degani, Natalino Irti, Emanuele Severino, Renate Siebert, Ines Testoni, Luciano Violante, Adriano Zamperini.
Annotazioni
Curatore: Testoni I.
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