Quarta di copertina

Il saggio di Antonio Cerella rintraccia continuità fra il terrorismo di sinistra degli anni di piombo e il riemergere del fenomeno nell’ultimo decennio. Con un metodo empirico e soggettivo, l’analisi è fondata sulle situazioni politiche nazionali e oltre; non mancano poi riferimenti espliciti a fatti e persone, supportati da interviste e fonti documentarie. Le origini del fenomeno sono rintracciate già dalla situazione immediatamente seguente la Seconda Guerra Mondiale, per poi incentrarsi sul passaggio dalla lotta politica a quella armata. Quindi le azioni, i comunicati politici, una vera e propria guerra civile giunta all’apice con quella che le Br denominavano “Operazione Fritz”, ovvero il sequestro Moro. Un’escalation continua, analizzata e comparata nel passaggio fra il “vecchio” e il “nuovo” terrorismo di Prima e Seconda Repubblica. Il saggio termina con un’intervista a Maurizio Costa, co-fondatore dei Comitati Comunisti Rivoluzionari e membro di Prima Linea, che va a evidenziare quanto sia longevo il fenomeno delle Brigate Rosse: pur con il succedersi di governi, partiti, uomini politici, avvenimenti epocali e nuovi costumi, l’ideologia è rimasta il perno di una manipolazione-mobilitazione-costrizione di giovani che ha trasformato l’attività politica in una fede fanatica e quasi religiosa.