Napoli Criminale
Edito da Newton Compton, 2006
288 pagine, € 14,90
ISBN 8854107018
di Bruno De Stefano
Quarta di copertina
Omicidi di camorra, ma non solo: delitti misteriosi e ancora impuniti nelle strade di una città splendida spesso lasciata in balia del crimine
Un far west senza sceriffi dove il crimine impera indisturbato. Ecco come appare Napoli a chi legge le cronache che raccontano di una città mattatoio attraversata da una violenza che non risparmia niente e nessuno. Non c’è un’altra metropoli al mondo in cui il sangue imbratta, senza distinzioni sociali né geografiche, le strade eleganti e i vicoli malfamati, i quartieri dei ricchi e i rioni dei poveracci, i palazzi della politica e le stanze del potere. Nel vasto e variegato catalogo degli orrori che si sono consumati all’ombra del Vesuvio, uno spazio rilevante è occupato dai clan della camorra che con le loro guerre hanno provocato centinaia e centinaia di morti. Ma si commetterebbe un grosso errore nel ricondurre tutto il male solo ai macellai delle cosche che si combattono per accaparrarsi il mercato della droga o il controllo delle estorsioni. Perché Napoli è anche la città dell’inafferrabile mostro che massacrò una famiglia in via Caravaggio, dell’oscuro e ancora impunito delitto dell’affascinante Anna Parlato Grimaldi, della tragica fine di due ragazzine conquistate dai modi gentili di tre bulli di Ponticelli protagonisti di un processo lungo e tormentato. Ma Napoli è anche la città dove a voler far bene il proprio dovere si rischia la vita, come testimoniano l’assassinio di un poliziotto onesto come il capo della Squadra mobile Antonio Ammaturo e l’agguato a un giornalista troppo curioso come Giancarlo Siani. Ed è anche la città in cui vengono uccise persone innocenti la cui unica colpa è di vivere nel far west. Ma forse Napoli è peggio del far west.
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