Storia dei poveri in Occidente. Indigenza e carità
Edito da Rizzoli, 1994
514 pagine, € 10,50
ISBN 8817107303
di Vincenzo Paglia
Libro presente nelle categorie:
Quarta di copertina
«Si poteva vendere tutto e il ricavato darlo ai poveri», rimprovera a un certo punto Giuda nei Vangeli. Ma il testo getta una luce di sospetto sulle parole di Giuda. Da allora i poveri accompagnano e attraversano in maniera nuova, come una contraddizione permanente, la storia dell’Occidente, oltre che del cristianesimo. Se i poveri sono poveri non sarà per colpa loro o per qualche maledizione prima di loro? È possibile aiutare i poveri senza umiliarne la dignità? L’assistenza e la solidarietà non rischiano di perpetuare, anziché annullare, la condizione di povertà? Sul «fare la carità» si giocano, per venti secoli, l’organizzazione concreta delle società, l’evangelizzazione, la riforma religiosa, la santità e lo spirito del capitalismo, le utopie secolarizzate di un mondo senza sfruttati e senza sfruttatori. Questo libro è un grande viaggio, che aiuta a sconfiggere i luoghi comuni e che restituisce ai poveri il loro ruolo inquietante e centrale, nella storia del cristianesimo e dello stesso Occidente. Nelle pagine finali il volume ci introduce alla dimensione mondiale della povertà, ponendo lo scarto tra ricchi e poveri come una sfida tra le più serie per il futuro del mondo.
«Si poteva vendere tutto e il ricavato darlo ai poveri», rimprovera a un certo punto Giuda nei Vangeli. Ma il testo getta una luce di sospetto sulle parole di Giuda. Da allora i poveri accompagnano e attraversano in maniera nuova, come una contraddizione permanente, la storia dell’Occidente, oltre che del cristianesimo. Se i poveri sono poveri non sarà per colpa loro o per qualche maledizione prima di loro? È possibile aiutare i poveri senza umiliarne la dignità? L’assistenza e la solidarietà non rischiano di perpetuare, anziché annullare, la condizione di povertà? Sul «fare la carità» si giocano, per venti secoli, l’organizzazione concreta delle società, l’evangelizzazione, la riforma religiosa, la santità e lo spirito del capitalismo, le utopie secolarizzate di un mondo senza sfruttati e senza sfruttatori. Questo libro è un grande viaggio, che aiuta a sconfiggere i luoghi comuni e che restituisce ai poveri il loro ruolo inquietante e centrale, nella storia del cristianesimo e dello stesso Occidente. Nelle pagine finali il volume ci introduce alla dimensione mondiale della povertà, ponendo lo scarto tra ricchi e poveri come una sfida tra le più serie per il futuro del mondo.
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