Il golpe di via Fani
Edito da L'Unità, 2008
317 pagine, € 7,50
di Giuseppe De Lutiis
Libro presente nelle categorie:
Quarta di copertina
Nei trent’anni trascorsi dall’omicidio di Aldo Moro sono stati pubblicati, sul caso, decine di volumi, molti dei quali con l’intento di evidenziare i punti rimasti oscuri e le carenze delle indagini della magistratura e della polizia giudiziaria. Giuseppe De Lutiis, con questo lavoro, intende invece fare un passo avanti, collocando il sequestro e l’assassinio dello statista nel quadro internazionale dell’epoca, nel quale ambedue le grandi potenze vedevano con preoccupazione la possibile costituzione in Italia di una maggioranza politica a partecipazione comunista: gli Stati Uniti perché temevano l’incrinarsi del carattere anticomunista dello schieramento occidentale, e l’Unione Sovietica perché un esperimento del genere avrebbe ridato fiato alle aspirazioni di autonomia dei paesi allora definiti «satelliti». Il libro contiene numerose novità ed elementi inediti relativi ad alcune figure storiche del terrorismo, fra le quali quella di Giovanni Senzani; una nuova lettura sull’attività svolta dalla «scuola di lingue» parigina Hypérion; l’ipotesi, sempre più concreta, che il covo di via Montalcini non sia stato l’unica prigione di Moro, che potrebbe essere stato ucciso in una località sul mare o nell’area del ghetto di Roma, dove poi fu rinvenuto il cadavere. Una ricerca dettagliatissima, che approda a nuove valutazioni sul delitto politico che è stato al centro della vita della Prima Repubblica e ne ha determinato la sorte, accelerandone la caduta.
Nei trent’anni trascorsi dall’omicidio di Aldo Moro sono stati pubblicati, sul caso, decine di volumi, molti dei quali con l’intento di evidenziare i punti rimasti oscuri e le carenze delle indagini della magistratura e della polizia giudiziaria. Giuseppe De Lutiis, con questo lavoro, intende invece fare un passo avanti, collocando il sequestro e l’assassinio dello statista nel quadro internazionale dell’epoca, nel quale ambedue le grandi potenze vedevano con preoccupazione la possibile costituzione in Italia di una maggioranza politica a partecipazione comunista: gli Stati Uniti perché temevano l’incrinarsi del carattere anticomunista dello schieramento occidentale, e l’Unione Sovietica perché un esperimento del genere avrebbe ridato fiato alle aspirazioni di autonomia dei paesi allora definiti «satelliti». Il libro contiene numerose novità ed elementi inediti relativi ad alcune figure storiche del terrorismo, fra le quali quella di Giovanni Senzani; una nuova lettura sull’attività svolta dalla «scuola di lingue» parigina Hypérion; l’ipotesi, sempre più concreta, che il covo di via Montalcini non sia stato l’unica prigione di Moro, che potrebbe essere stato ucciso in una località sul mare o nell’area del ghetto di Roma, dove poi fu rinvenuto il cadavere. Una ricerca dettagliatissima, che approda a nuove valutazioni sul delitto politico che è stato al centro della vita della Prima Repubblica e ne ha determinato la sorte, accelerandone la caduta.
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