Terroristi italiani. Le Brigate Rosse e la guerra totale 1970-2008
Edito da Rizzoli, 2008
361 pagine, € 18,50
ISBN 8817020107
di Luigi Manconi
Libro presente nelle categorie:
Quarta di copertina
Luigi Manconi racconta la lunga storia delle Brigate Rosse; la sua analisi parte dagli anni Settanta, affronta il sequestro Moro, il lungo silenzio dal 1988 al 1999 e arriva fino ai nostri giorni. Una pagina italiana unica in Europa per durata, continuità ideologica e coerenza programmatica. Il collante era e resta quello che Manconi definisce "operaismo armato". Cambiano i luoghi, la classe operaia si disperde e si polverizza e la nuova generazione di militanti recluta i suoi membri nelle aree del lavoro precario e sommerso, negli spazi periferici del mercato e della politica. Manconi dimostra in maniera convincente che le Brigate Rosse sono un fenomeno autoctono della società italiana: e che nella società italiana - nelle sue ideologie, nelle sue culture e fin nel suo "carattere nazionale" - affonda le proprie radici. Altrettanto significativa è la nostra difficoltà a fare i conti con il passato, sia dal punto di vista giudiziario che da quello politico. Forse perché, come scrive Manconi, il terrorismo è stato rimosso e non si è avuto il coraggio di riconoscere le responsabilità culturali e politiche, che rappresentano una delle sue cause. Ciò non ha consentito che in Italia - dopo la guerra civile simulata degli anni Settanta - si seguisse il "modello sudafricano" della Commissione per la verità e la riconciliazione, e che si arrivasse davvero a voltare pagina.
Luigi Manconi racconta la lunga storia delle Brigate Rosse; la sua analisi parte dagli anni Settanta, affronta il sequestro Moro, il lungo silenzio dal 1988 al 1999 e arriva fino ai nostri giorni. Una pagina italiana unica in Europa per durata, continuità ideologica e coerenza programmatica. Il collante era e resta quello che Manconi definisce "operaismo armato". Cambiano i luoghi, la classe operaia si disperde e si polverizza e la nuova generazione di militanti recluta i suoi membri nelle aree del lavoro precario e sommerso, negli spazi periferici del mercato e della politica. Manconi dimostra in maniera convincente che le Brigate Rosse sono un fenomeno autoctono della società italiana: e che nella società italiana - nelle sue ideologie, nelle sue culture e fin nel suo "carattere nazionale" - affonda le proprie radici. Altrettanto significativa è la nostra difficoltà a fare i conti con il passato, sia dal punto di vista giudiziario che da quello politico. Forse perché, come scrive Manconi, il terrorismo è stato rimosso e non si è avuto il coraggio di riconoscere le responsabilità culturali e politiche, che rappresentano una delle sue cause. Ciò non ha consentito che in Italia - dopo la guerra civile simulata degli anni Settanta - si seguisse il "modello sudafricano" della Commissione per la verità e la riconciliazione, e che si arrivasse davvero a voltare pagina.
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