I crimini dei colletti bianchi. Mentire e rubare tra diritto e morale
Edito da Università Bocconi, 2008
336 pagine, € 28,00
ISBN 8883501333
di Stuart P. Green
Libro presente nelle categorie:
Quarta di copertina
Il libro di Green, noto penalista statunitense e studioso del white-collar crime, è incentrato sul contenuto morale del crimine dei "colletti bianchi". Questa forma di devianza, di per sé controversa, ha rivestito negli ultimi anni una posizione di assoluto rilievo non solo nel dibattito scientifico, ma anche in quello politico ed economico, a seguito dell’emersione di scandali finanziari di enorme portata negli Stati Uniti d’America (Enron,WorldCom) e in altri paesi, tra cui l’Italia (Cirio, Parmalat e le scalate bancarie BNL e Antonveneta). Il punto di partenza della riflessione è costituito dalle ambiguità che caratterizzano il white-collar crime, sia nella prospettiva dei soggetti che delinquono, sia rispetto alla percezione dei crimini da parte dell’opinione pubblica. Qual è, ad esempio, la linea di demarcazione tra pratiche elusive della tassazione e il reato di evasione fiscale? Per Green tali ambiguità discendono dalla morale quotidiana e, conseguentemente, solo attraverso un’adeguata comprensione di essa è possibile spiegare, nel contesto affaristico, la differenza tra comportamenti leciti - sebbene spregiudicati - e condotte riprovevoli, al punto da risultare meritevoli di una sanzione penale. L’opera consente di comprendere in termini precisi clamorose vicende verificatesi recentemente negli Sati Uniti, con significativi punti di contatto rispetto ai coevi scandali italiani.
Il libro di Green, noto penalista statunitense e studioso del white-collar crime, è incentrato sul contenuto morale del crimine dei "colletti bianchi". Questa forma di devianza, di per sé controversa, ha rivestito negli ultimi anni una posizione di assoluto rilievo non solo nel dibattito scientifico, ma anche in quello politico ed economico, a seguito dell’emersione di scandali finanziari di enorme portata negli Stati Uniti d’America (Enron,WorldCom) e in altri paesi, tra cui l’Italia (Cirio, Parmalat e le scalate bancarie BNL e Antonveneta). Il punto di partenza della riflessione è costituito dalle ambiguità che caratterizzano il white-collar crime, sia nella prospettiva dei soggetti che delinquono, sia rispetto alla percezione dei crimini da parte dell’opinione pubblica. Qual è, ad esempio, la linea di demarcazione tra pratiche elusive della tassazione e il reato di evasione fiscale? Per Green tali ambiguità discendono dalla morale quotidiana e, conseguentemente, solo attraverso un’adeguata comprensione di essa è possibile spiegare, nel contesto affaristico, la differenza tra comportamenti leciti - sebbene spregiudicati - e condotte riprovevoli, al punto da risultare meritevoli di una sanzione penale. L’opera consente di comprendere in termini precisi clamorose vicende verificatesi recentemente negli Sati Uniti, con significativi punti di contatto rispetto ai coevi scandali italiani.
Sullo stesso argomento
Articoli in archivio
di Rachel Donadio su The New York Times del 16/10/2012
di Gavino Pala su Archivio '900 del 22/02/2012
di Alexander Stille su La Repubblica del 21/12/2007
News in archivio
su Corriere della Sera del 12/01/2007
Henry John Woodcock
DALLE TANGENTI INAIL AL VIP GATE
I casi da terremoto del magistrato-mastino. Il trentanovenne sostituto procuratore di Potenza: «Non parlo mai delle mie inchieste»
DALLE TANGENTI INAIL AL VIP GATE
I casi da terremoto del magistrato-mastino. Il trentanovenne sostituto procuratore di Potenza: «Non parlo mai delle mie inchieste»
su Il Tempo del 17/06/2006
su Il Giornale del 16/06/2006