La penisola dei mafiosi. L'Italia del pizzo e delle mazzette. Tra corruzione e violenza, la fotografia di un Paese ostaggio della criminalità organizzata
Edito da Newton Compton, 2008
474 pagine, € 12,90
ISBN 8854112278
di Bruno De Stefano
Recensione
Con la violenza, l'inganno e la colpevole collaborazione di uomini delle istituzioni, le "quattro mafie" (Cosa nostra, Camorra, 'Ndrangheta e Sacra Corona Unita) sono cresciute fino a diventare una realtà capace di stringere in una morsa d'acciaio l'Italia meridionale, di conquistare ampie zone del Centro-nord e di estendere la sua influenza all'amministrazione di un numero imprecisato di Comuni, Aziende sanitarie, piccole e grandi imprese. Nonostante le periodiche dichiarazioni di guerra rilasciate dai governi di ogni colore, la criminalità organizzata non è più un fenomeno rinchiuso nello spazio di un determinato confine geografico ma un problema di portata nazionale, in grado di avvelenare vasti settori della società civile, della politica e dell'economia. Non si tratta più di fronteggiare un insieme di bande sanguinarie ma di fare i conti con una vera e propria holding della violenza che, con i suoi (almeno) novanta miliardi di fatturato, ha un giro d'affari pari al 7% dell'intero prodotto interno lordo e un potere di corruzione tale da arrivare a comprare la complicità di uomini dello Stato e di figure soltanto apparentemente al di sopra di ogni sospetto.
Con la violenza, l'inganno e la colpevole collaborazione di uomini delle istituzioni, le "quattro mafie" (Cosa nostra, Camorra, 'Ndrangheta e Sacra Corona Unita) sono cresciute fino a diventare una realtà capace di stringere in una morsa d'acciaio l'Italia meridionale, di conquistare ampie zone del Centro-nord e di estendere la sua influenza all'amministrazione di un numero imprecisato di Comuni, Aziende sanitarie, piccole e grandi imprese. Nonostante le periodiche dichiarazioni di guerra rilasciate dai governi di ogni colore, la criminalità organizzata non è più un fenomeno rinchiuso nello spazio di un determinato confine geografico ma un problema di portata nazionale, in grado di avvelenare vasti settori della società civile, della politica e dell'economia. Non si tratta più di fronteggiare un insieme di bande sanguinarie ma di fare i conti con una vera e propria holding della violenza che, con i suoi (almeno) novanta miliardi di fatturato, ha un giro d'affari pari al 7% dell'intero prodotto interno lordo e un potere di corruzione tale da arrivare a comprare la complicità di uomini dello Stato e di figure soltanto apparentemente al di sopra di ogni sospetto.
Sullo stesso argomento
Articoli in archivio
di Saverio Lodato su Antimafia200 del 23/06/2008
XIII giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie
Oltre centomila da tutta Italia per ricordare e rinnovare l'impegno
Oltre centomila da tutta Italia per ricordare e rinnovare l'impegno
di AA.VV. su Libera del 23/03/2008
di Giuseppe D'Avanzo su La Repubblica del 06/11/2007
News in archivio
Blitz della polizia in una villetta vicino Palermo. In manette anche Sandro Lo Piccolo. Erano in una riunione con altri quattro boss. "Dopo Provenzano è capo di Cosa Nostra"
Mafia, arrestato Salvatore Lo Piccolo. Un nuovo pentito decisivo per le indagini
Francesco Franzese ex uomo di fiducia del padrino. Il figlio urla: "Ti amo papà". Era latitante dal 1983. Prodi: "Un successo dello Stato e di tutti i cittadini onesti"
Mafia, arrestato Salvatore Lo Piccolo. Un nuovo pentito decisivo per le indagini
Francesco Franzese ex uomo di fiducia del padrino. Il figlio urla: "Ti amo papà". Era latitante dal 1983. Prodi: "Un successo dello Stato e di tutti i cittadini onesti"
su La Repubblica del 05/11/2007
Gli sconcertanti dati della Confesercenti sugli affari criminali. "La 'Mafia 'Spa è l'industria italiana che risulta più produttiva"
"La mafia? E' la prima azienda italiana". Per Sos Impresa 90 mld di utili l'anno
"La mafia? E' la prima azienda italiana". Per Sos Impresa 90 mld di utili l'anno
su La Repubblica del 21/10/2007
su Corriere della Sera del 16/06/2007