Con gli occhi dell'Islam. Mezzo secolo di storia in una prospettiva mediorientale
Edito da TEA, 2009
248 pagine, € 8,60
ISBN 9788850217762
di Sergio Romano
Libro presente nelle categorie:
Quarta di copertina
Questo libro racconta una storia incompiuta. Dal Libano all'Iran, dalla Siria alla Palestina, dall'Afghanistan all'Iraq, senza dimenticare i conflitti etnico-religiosi nella ex Jugoslavia e in Cecenia, gli ultimi decenni hanno visto una serie di eventi legati l'uno all'altro come gli anelli di una catena ineluttabile, che ha determinato l'attuale situazione. Il Medio Oriente, afferma Sergio Romano, "non è ancora riuscito a creare la propria versione dello Stato moderno". Tutto ciò non vuoi dire che le società musulmane siano naturalmente allergiche alla democrazia. Anche quella europea è il risultato di una lunga gestazione, ma la libertà nasce quando è necessaria agli obiettivi di un ceto emergente. Di fronte a un così lungo processo di trasformazione, il miglior contributo che l'Occidente può dare è "stare alla finestra", vale a dire evitare interventi intempestivi e non desiderati. Certamente l'Isiam non può essere la soluzione di tutti i problemi, ma le "lezioni" occidentali avranno solo l'effetto di regalare nuovi adepti al nazionalismo più radicale; e tuttavia l'Europa e gli Stati Uniti hanno responsabilità a cui non possono sottrarsi. La maggiore di esse è ancora, sessant'anni dopo la costituzione dello Stato d'Israele, la questione palestinese.
Questo libro racconta una storia incompiuta. Dal Libano all'Iran, dalla Siria alla Palestina, dall'Afghanistan all'Iraq, senza dimenticare i conflitti etnico-religiosi nella ex Jugoslavia e in Cecenia, gli ultimi decenni hanno visto una serie di eventi legati l'uno all'altro come gli anelli di una catena ineluttabile, che ha determinato l'attuale situazione. Il Medio Oriente, afferma Sergio Romano, "non è ancora riuscito a creare la propria versione dello Stato moderno". Tutto ciò non vuoi dire che le società musulmane siano naturalmente allergiche alla democrazia. Anche quella europea è il risultato di una lunga gestazione, ma la libertà nasce quando è necessaria agli obiettivi di un ceto emergente. Di fronte a un così lungo processo di trasformazione, il miglior contributo che l'Occidente può dare è "stare alla finestra", vale a dire evitare interventi intempestivi e non desiderati. Certamente l'Isiam non può essere la soluzione di tutti i problemi, ma le "lezioni" occidentali avranno solo l'effetto di regalare nuovi adepti al nazionalismo più radicale; e tuttavia l'Europa e gli Stati Uniti hanno responsabilità a cui non possono sottrarsi. La maggiore di esse è ancora, sessant'anni dopo la costituzione dello Stato d'Israele, la questione palestinese.
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