La vittoria dei gladiatori. Da Malga Porzus all'assoluzione di Rebibbia
Edito da Bietti Edizioni, 2009
327 pagine, € 20,00
ISBN 9788895493015
di Paolo Inzerilli
Libro presente nelle categorie:
Quarta di copertina
"Questo libro merita molta attenzione, perché può contribuire ad aprire un dibattito sereno ed equilibrato sul nostro passato: quel dibattito che sarebbe stato necessario subito dopo il crollo del Muro di Berlino, ma che, invece, antichi rancori e calcoli politici impedirono, trascinando l'Italia in un nuovo e interminabile scontro di civiltà. La fine della guerra fredad avrebbe dovuto aiutarci a scoprire il senso di una comunità, a ritrovare il filo intorno a cui costruire una identità nazionale. Ma l'occasione andò perduta per la cecità di una classe dirigente che non ebbe il coraggio di affrontare i nodi irrisolti, le contraddizioni e le degenerazioni della nostra storia, mettendo da parte egoismi di partito ed interessi particolari (...) Dell’esistenza della Gladio si seppe per la prima volta nell’autunno del 1990, quando il presidente del Consiglio dell’epoca, Giulio Andreotti, aprì alla magistratura certi armadi blindati della Prima repubblica. Fu così che emerse la silhouette di una rete paramilitare segreta creata subito dopo la seconda guerra mondiale per fronteggiare un’eventuale invasione dell’Italia da parte dei paesi comunisti. A dare forma e sostanza a quella scoperta, provvide qualche settimana dopo lo stesso Andreotti, consegnando al Parlamento addirittura un elenco con 600 nomi di “gladiatori”…"
Dalla prefazione di Giovanni Fasanella e Giovanni Pellegrino
"Questo libro merita molta attenzione, perché può contribuire ad aprire un dibattito sereno ed equilibrato sul nostro passato: quel dibattito che sarebbe stato necessario subito dopo il crollo del Muro di Berlino, ma che, invece, antichi rancori e calcoli politici impedirono, trascinando l'Italia in un nuovo e interminabile scontro di civiltà. La fine della guerra fredad avrebbe dovuto aiutarci a scoprire il senso di una comunità, a ritrovare il filo intorno a cui costruire una identità nazionale. Ma l'occasione andò perduta per la cecità di una classe dirigente che non ebbe il coraggio di affrontare i nodi irrisolti, le contraddizioni e le degenerazioni della nostra storia, mettendo da parte egoismi di partito ed interessi particolari (...) Dell’esistenza della Gladio si seppe per la prima volta nell’autunno del 1990, quando il presidente del Consiglio dell’epoca, Giulio Andreotti, aprì alla magistratura certi armadi blindati della Prima repubblica. Fu così che emerse la silhouette di una rete paramilitare segreta creata subito dopo la seconda guerra mondiale per fronteggiare un’eventuale invasione dell’Italia da parte dei paesi comunisti. A dare forma e sostanza a quella scoperta, provvide qualche settimana dopo lo stesso Andreotti, consegnando al Parlamento addirittura un elenco con 600 nomi di “gladiatori”…"
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