Pagliacci e mostri. Storia tragicomica di otto dittattori africani
Edito da Libri Scheiwiller, 2009
189 pagine, € 13,50
ISBN 9788876446061
di Albert Sánchez Piñol
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Quarta di copertina
Al contrario di quanto potrebbe sembrare questo non è un romanzo, e gli eventi raccontati non sono opera di fantasia. Questa è la storia di otto dittatori africani: Amin Dada, Bokassa, Banda, Mobutu Sese Seko, Sékou Touré, Hailé Selassié, Macias Nguema e Obiang Nguema. Otto figure di potere sinistre e grottesche che si presentarono al mondo come individui eccezionali, che scelsero nomi altisonanti e suggestivi, che pretesero di venire raffigurati con un'iconografia degna degli imperatori e dei re più potenti della Storia. Persone insignificanti che vollero essere divinità, cui nulla era precluso. Potevano spostare la capitale dello stato nel loro sperduto villaggio d'origine, o depositare il fondo nazionale nella cantina di casa. Ogni loro capriccio si convertiva in realtà. Erano pagliacci, ma anche mostri. La loro grottesca stravaganza è ammantata di sangue, la loro storia troppo spesso dimenticata. Se non fossero vissuti nel Novecento, saremmo tentati di negazionismo, o di incredulità. Le tragiche vicende di Uganda, Repubblica Centrafricana, Malawi, Congo, Guinea, Etiopia, raccontate come un testo di storia non saprebbe e non potrebbe mai fare; un libro in cui la satira diventa l'ultimo baluardo della ragione e il miglior antidoto contro l'inumana brutalità della dittatura.
Al contrario di quanto potrebbe sembrare questo non è un romanzo, e gli eventi raccontati non sono opera di fantasia. Questa è la storia di otto dittatori africani: Amin Dada, Bokassa, Banda, Mobutu Sese Seko, Sékou Touré, Hailé Selassié, Macias Nguema e Obiang Nguema. Otto figure di potere sinistre e grottesche che si presentarono al mondo come individui eccezionali, che scelsero nomi altisonanti e suggestivi, che pretesero di venire raffigurati con un'iconografia degna degli imperatori e dei re più potenti della Storia. Persone insignificanti che vollero essere divinità, cui nulla era precluso. Potevano spostare la capitale dello stato nel loro sperduto villaggio d'origine, o depositare il fondo nazionale nella cantina di casa. Ogni loro capriccio si convertiva in realtà. Erano pagliacci, ma anche mostri. La loro grottesca stravaganza è ammantata di sangue, la loro storia troppo spesso dimenticata. Se non fossero vissuti nel Novecento, saremmo tentati di negazionismo, o di incredulità. Le tragiche vicende di Uganda, Repubblica Centrafricana, Malawi, Congo, Guinea, Etiopia, raccontate come un testo di storia non saprebbe e non potrebbe mai fare; un libro in cui la satira diventa l'ultimo baluardo della ragione e il miglior antidoto contro l'inumana brutalità della dittatura.