Il libro che le multinazionali non ti farebbero mai leggere
Edito da Newton Compton, 2009
281 pagine, € 12,90
ISBN 9788854115163
di Klaus Werner-Lobo
Libro presente nelle categorie:
Quarta di copertina
H&M, Nokia, Coca-Cola, McDonald's, Adidas: nei nostri centri commerciali troviamo scintillanti marche a prezzi competitivi. E il nostro sabato pomeriggio di shopping a prezzi modici ci rende felici: ci sentiamo liberi, realizzati, alla moda, perfettamente inseriti nella società. Peccato però che quel telefonino e quel paio di scarpe che portiamo allegramente in giro siano il frutto del lavoro duro e sottopagato di donne e bambini del Terzo Mondo, per quali produrre scarpe in condizioni disumane per il lontano mondo ricco rappresenta l'unica possibilità di sopravvivenza. È un panorama che ci è familiare, e che ormai non ci sembra altro che la normalità. Lo strapotere del denaro e la corsa al successo sono entrati in pieno nel nostro stile di vita: chi ha avuto la sfortuna di nascere in un paese povero rimane automaticamente relegato in un'esistenza ai margini, senza alcuna possibilità di riscatto. Ma davvero è tutto così "normale"? Esiste un modo per dire basta alle multinazionali che ignorano i diritti umani e distruggono l'ambiente nella corsa inarrestabile verso il profitto, approfittando delle nostre velleità di essere sempre al passo, sempre vincenti?
H&M, Nokia, Coca-Cola, McDonald's, Adidas: nei nostri centri commerciali troviamo scintillanti marche a prezzi competitivi. E il nostro sabato pomeriggio di shopping a prezzi modici ci rende felici: ci sentiamo liberi, realizzati, alla moda, perfettamente inseriti nella società. Peccato però che quel telefonino e quel paio di scarpe che portiamo allegramente in giro siano il frutto del lavoro duro e sottopagato di donne e bambini del Terzo Mondo, per quali produrre scarpe in condizioni disumane per il lontano mondo ricco rappresenta l'unica possibilità di sopravvivenza. È un panorama che ci è familiare, e che ormai non ci sembra altro che la normalità. Lo strapotere del denaro e la corsa al successo sono entrati in pieno nel nostro stile di vita: chi ha avuto la sfortuna di nascere in un paese povero rimane automaticamente relegato in un'esistenza ai margini, senza alcuna possibilità di riscatto. Ma davvero è tutto così "normale"? Esiste un modo per dire basta alle multinazionali che ignorano i diritti umani e distruggono l'ambiente nella corsa inarrestabile verso il profitto, approfittando delle nostre velleità di essere sempre al passo, sempre vincenti?
Sullo stesso argomento
Articoli in archivio
di Rachel Donadio su The New York Times del 16/10/2012
di Gavino Pala su Archivio '900 del 22/02/2012
di Alexander Stille su La Repubblica del 21/12/2007
News in archivio
su Corriere della Sera del 12/01/2007
Henry John Woodcock
DALLE TANGENTI INAIL AL VIP GATE
I casi da terremoto del magistrato-mastino. Il trentanovenne sostituto procuratore di Potenza: «Non parlo mai delle mie inchieste»
DALLE TANGENTI INAIL AL VIP GATE
I casi da terremoto del magistrato-mastino. Il trentanovenne sostituto procuratore di Potenza: «Non parlo mai delle mie inchieste»
su Il Tempo del 17/06/2006
su Il Giornale del 16/06/2006