Le Verità di Saddam Hussein. Il Mondo e l'Iraq

Edito da Shakespeare & Company, 1992
150 pagine, € 13,00

di Giuseppe Recchia, Vladimira Rossi Longhi

Quarta di copertina

Il mondo, sebbene lacerato da mille dubbi per la situazione attuale della crisi mediorentale, va prendendo lentamente coscienza che tutto ciò che è metafora della politica e del potere, della violenza e della crudeltà, non è un riflesso dell'Iraq di Saddam Hussein, non è solo un parametro della politica americana, ma è una metafora rovesciata vale a dire una condizione della rappresentazione che il mondo si è fatto dell'Iraq e della sua realtà. Una realtà raccontata e coltivata dai media a volte nel gioco delle interpretazioni dialettiche, influenzate da politiche imperialistiche ma anche da falsi moralismi, allo scopo di nascondere alcune verità di una guerra fredda, anzi di una guerra totale che è soprattutto un conflitto tra civiltà che hanno un diverso modo d'intendere e di volere la giustizia e la pace. Non vogliamo qui dipingere Saddam Hussein come il cavaliere dell'Apocalisse, né tanto meno vogliamo definire George Bush come l'uomo mascherato difensore dei deboli, in quanto il vero affresco degli accadimenti che attualmente vanno sconvolgendo la crosta terrestre è troppo spesso l'opera di indefiniti agitatori che suggeriscono da dietro le quinte o che appaiono sulla scena quasi sempre travestiti da eroi di cartapesta. Questo libro raccoglie documenti, discorsi, interviste, scritti, materiali e riflessioni sulla più grande partita a scacchi mai giocata in ogni tempo, dove chi ha il ruolo di pedina vivente non può avere altra chance se non quella di essere mangiata.

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