La guerra dei bambini. Infanzia e vita quotidiana durante il nazismo

Edito da Mondadori, 2008
535 pagine, € 11,04
ISBN 9788804576891

di Nicholas Stargardt

Quarta di copertina

"Dura come il cuoio, forte come l'acciaio Krupp e veloce come un levriero." Queste, nei progetti di Hitler, erano le qualità che la gioventù tedesca del futuro avrebbe dovuto possedere. Per proteggerla furono realizzati i campi estivi della Gioventù hitleriana e venne organizzato lo sfollamento dei minori dalle città minacciate dalle incursioni aeree. Ma si decise anche di eliminare ed emarginare fin dalla più tenera età quegli elementi "deboli" che avrebbero potuto inquinare la purezza razziale: i "non ariani", i malati di mente, i disabili, i delinquenti. A un certo punto, però, quando gli eventi bellici precipitarono, i giovani nel cui nome il regime nazista perseguiva la propria utopica visione dovettero essere immolati alla sua difesa. Con la costituzione del Volkssturm (ultima leva composta da adolescenti e da uomini che avevano superato la mezza età) le contraddizioni insite nell'ideale nazionalsocialista di gioventù emersero in modo stridente: si investiva nella salute dei minori, li si tutelava con severe disposizioni dallo sfruttamento sul lavoro e li si allontanava dalle città a rischio, per poi mandarli contro i carri armati in bicicletta, armati di un paio di granate anticarro fissate al manubrio con una cinghia. All'utopia di una nazione ariana di famiglie sane, belle e felici, subentrava ora il suo opposto: il sacrificio. In questo libro l'autore dà voce ai bambini e ai giovani che vissero sotto il dominio del Terzo Reich e furono vittime del suo macabro progetto imperiale.

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