Storia dell'aborto
Edito da Il Mulino, 2003
131 pagine, € 8,00
ISBN 9788815094490
di Giulia Galeotti
Quarta di copertina
Nell'antichità l'aborto era fondamentalmente una questione di donne, il feto era considerato una sorta di appendice del corpo della madre, e l'aborto era perseguibile solo nei casi in cui ledeva un interesse maschile. È il cristianesimo che per primo equipara l'aborto all'omicidio, ma ci vorranno secoli per codificare il momento in cui avviene l'animazione del feto. La situazione muta radicalmente tra il Sei e Settecento quando il feto acquista una sua autonomia, grazie alle acquisizioni scientifiche, e con la Rivoluzione francese, dopo il 1789, entra nella sfera pubblica. Con il movimento femminista e con la depenalizzazione dell'aborto oggi molti segnali ci dicono che qualcosa sta cambiando: l'aborto è una questione di tutti, donne e uomini.
Nell'antichità l'aborto era fondamentalmente una questione di donne, il feto era considerato una sorta di appendice del corpo della madre, e l'aborto era perseguibile solo nei casi in cui ledeva un interesse maschile. È il cristianesimo che per primo equipara l'aborto all'omicidio, ma ci vorranno secoli per codificare il momento in cui avviene l'animazione del feto. La situazione muta radicalmente tra il Sei e Settecento quando il feto acquista una sua autonomia, grazie alle acquisizioni scientifiche, e con la Rivoluzione francese, dopo il 1789, entra nella sfera pubblica. Con il movimento femminista e con la depenalizzazione dell'aborto oggi molti segnali ci dicono che qualcosa sta cambiando: l'aborto è una questione di tutti, donne e uomini.
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