La zavorra. Sprechi e privilegi nello Stato libero di Sicilia
Edito da Laterza, 2010
156 pagine, € 14,00
ISBN 9788842094630
di Enrico Del Mercato, Emanuele Lauria
Libro presente nelle categorie:
Quarta di copertina
La Regione Sicilia conta 3.500 geometri e ingegneri che non hanno mai esaminato una pratica di condono; ha un parlamento regionale i cui membri si fregiano del titolo di onorevole e guadagnano quanto i senatori della Repubblica, con un bonus da 6.400 euro annui spettante agli ex deputati a titolo di aggiornamento culturale; permette che gli amministrativi vadano in pensione anticipata anche con meno di 25 anni di servizio, guadagnando una cifra fino al 108 per cento dell'ultimo stipendio; concede all'ex segretario generale di mettersi a riposo a 47 anni per accudire il papà malato e subito dopo di fargli fare l'assessore regionale; ammette che l'ex presidente dell'agenzia per i rifiuti, con i suoi 41.600 euro al mese - 1.469 al giorno -, si guadagni la palma di pensionato pubblico più ricco d'Italia. Una cifra dietro l'altra, una pagina dietro l'altra, ed ecco ricostruito nel dettaglio il caso-scandalo della Regione Sicilia a cominciare dal 1946, con la creazione dello Statuto autonomista, ai giorni nostri, non senza uno sguardo lontano (già dal Cinquecento la sede siciliana del Santo Uffizio godeva di particolari e unici privilegi). La Sicilia è di fatto la prima forma di federalismo e la più avanzata finora esistente in Italia con competenze esclusive in tema di tasse, personale, urbanistica, perfino di ordine pubblico. Una incredibile macchina che divora soldi e produce privilegi senza limiti perché mamma Regione assiste i suoi figli prediletti dalla culla.
La Regione Sicilia conta 3.500 geometri e ingegneri che non hanno mai esaminato una pratica di condono; ha un parlamento regionale i cui membri si fregiano del titolo di onorevole e guadagnano quanto i senatori della Repubblica, con un bonus da 6.400 euro annui spettante agli ex deputati a titolo di aggiornamento culturale; permette che gli amministrativi vadano in pensione anticipata anche con meno di 25 anni di servizio, guadagnando una cifra fino al 108 per cento dell'ultimo stipendio; concede all'ex segretario generale di mettersi a riposo a 47 anni per accudire il papà malato e subito dopo di fargli fare l'assessore regionale; ammette che l'ex presidente dell'agenzia per i rifiuti, con i suoi 41.600 euro al mese - 1.469 al giorno -, si guadagni la palma di pensionato pubblico più ricco d'Italia. Una cifra dietro l'altra, una pagina dietro l'altra, ed ecco ricostruito nel dettaglio il caso-scandalo della Regione Sicilia a cominciare dal 1946, con la creazione dello Statuto autonomista, ai giorni nostri, non senza uno sguardo lontano (già dal Cinquecento la sede siciliana del Santo Uffizio godeva di particolari e unici privilegi). La Sicilia è di fatto la prima forma di federalismo e la più avanzata finora esistente in Italia con competenze esclusive in tema di tasse, personale, urbanistica, perfino di ordine pubblico. Una incredibile macchina che divora soldi e produce privilegi senza limiti perché mamma Regione assiste i suoi figli prediletti dalla culla.
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