Quarta di copertina

Diciamo subito che l'autrice è una fotoreporter, quindi merito a lei di essersi impegnata nella scrittura anche se non è il suo campo di lavoro. Il libro è la cronistoria di una indagine giornalistica, in cui più che di una carenza dal punto di vista descrittivo, anzi forse troppo esaltato a scapito della scorrevolezza, si evidenzia una difficoltà nel cogliere lo svolgimento dei fatti narrati che si interseca con il racconto del protagonisti dell'inchiesta, rendendo a volte difficile tenere insieme il quadro degli avvenimenti. Sarà stata una mia mancanza ma nel libro non si da spiegazione della foto di copertina, spiegazione che ho avuto sentendo un'intervista radiofonica. Credo che la fretta di far uscire il libro abbia fatto si che qualche dettaglio venisse omesso, anche per la richiesta di sequestro avanzata dalla famiglia Orlandi poco prima della sua uscita. A parte ciò i fatti narrati, supportati da elementi di prova importanti e originali, dimostra il coraggio e la costanza di chi fa dell'inchiesta giornalistica non un lavoro ma una passione. Quindi grande merito a chi cerca come in questo caso, di rivelare una verità storica che si auspica vada a supplire la carenza di quella giudiziaria, aprendo nello stesso tempo interrogativi sul vaticano e sul suo rapporto con il potere temporale, sulla famiglia Orlandi e sulla sua storia, prospettando un punto di vista inedito che darebbe spiegazione a molti misteri che ruotano intorno al caso. Non esaustivo sulla materia perché lascia sullo sfondo senza approfondire l'inchiesta giudiziaria, il coinvolgimento dei terroristi turchi e della banda della Magliana, ma di certo mattone indispensabile per chi vuole approfondire la questione che da 30 anni ciclicamente riemerge con tutto ill suo portato di mistero.