Ergastolo per la libertà. Verso la verità sulla strategia della tensione
Edito da Arnaud, Firenze, 1989
Libro presente nelle categorie:
Quarta di copertina
Premettiamo che il memoriale del terrorista fascista Vinciguerra, responsabile confesso della strage di Peteano, va letto discriminando le notizie che trovano un riscontro oggettivo da dichiarazioni non provate e inattendibili. Il testo è inoltre caratterizzato da gravi omissioni e reticenze. L'editore di destra non ha certo chiarito dubbi e colmato lacune, nè l'ha fatto il curatore Gaetano Sinatti (altro noto fascista). In ogni caso il libro è un esemplare ed istruttiva autobiografia di un terrorista nero che pone in luce soprattutto due punti: la ramificazione internazionale dell'eversione fascista (con i legami in Spagna, Cile, Argentina) e soprattutto la presenza del terrorismo nero nello Stato, come suo meccanismo di funzionamento.
Premettiamo che il memoriale del terrorista fascista Vinciguerra, responsabile confesso della strage di Peteano, va letto discriminando le notizie che trovano un riscontro oggettivo da dichiarazioni non provate e inattendibili. Il testo è inoltre caratterizzato da gravi omissioni e reticenze. L'editore di destra non ha certo chiarito dubbi e colmato lacune, nè l'ha fatto il curatore Gaetano Sinatti (altro noto fascista). In ogni caso il libro è un esemplare ed istruttiva autobiografia di un terrorista nero che pone in luce soprattutto due punti: la ramificazione internazionale dell'eversione fascista (con i legami in Spagna, Cile, Argentina) e soprattutto la presenza del terrorismo nero nello Stato, come suo meccanismo di funzionamento.
Recensione
Il documento che pubblichiamo porta la data del 16 maggio 1987. Poco meno di 15 anni prima a Peteano di Salgado (Gorizia) erano morti tre carabinieri. In questo documento Vincenzo Vincinguerra, neofascista, militante di Ordine nuovo, ammette le sue responsabilità. Il documento viene inviato alla Corte di Assise di Venezia, allegato alla lettera che di seguito pubblichiamo, indirizzata al presidente della corte, Renato Gavagnin:
"Mi scuso per la forma con la quale sono obbligato a presentare queste mie dichiarazioni, ma nella casa circondariale di Venezia non viene consentito l'uso della macchina da scrivere.
Tali dichiarazioni integrano quelle da me rese in precedenza e si propongono il fine di illuminare certi punti ancora non chiariti delle azioni delle quali mi sono assunto la responsabilità.
Fermo restando il rifiuto di una collaborazione con la "giustizia", ritengo che certe riserve non hanno più ragione di essere mantenute.
Distinti saluti
Vincenzo Vinciguerra".
Il documento che pubblichiamo porta la data del 16 maggio 1987. Poco meno di 15 anni prima a Peteano di Salgado (Gorizia) erano morti tre carabinieri. In questo documento Vincenzo Vincinguerra, neofascista, militante di Ordine nuovo, ammette le sue responsabilità. Il documento viene inviato alla Corte di Assise di Venezia, allegato alla lettera che di seguito pubblichiamo, indirizzata al presidente della corte, Renato Gavagnin:
"Mi scuso per la forma con la quale sono obbligato a presentare queste mie dichiarazioni, ma nella casa circondariale di Venezia non viene consentito l'uso della macchina da scrivere.
Tali dichiarazioni integrano quelle da me rese in precedenza e si propongono il fine di illuminare certi punti ancora non chiariti delle azioni delle quali mi sono assunto la responsabilità.
Fermo restando il rifiuto di una collaborazione con la "giustizia", ritengo che certe riserve non hanno più ragione di essere mantenute.
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