Colombia, il paese dell’eccesso. Droga e privatizzazione della guerra civile

Edito da Feltrinelli Editore, Milano, 2003
2.008 pagine, € 12,00
ISBN 8807170841

di Guido Piccoli

Quarta di copertina

Una delle necessità del neoliberismo è di trovare metodi efficaci di contenimento dell’antagonismo che inevitabilmente genera. Uno di questi metodi è il cosiddetto "sistema del passero", sperimentato con sanguinoso ma straordinario successo in Colombia e suggellato con la recente elezione a presidente di Alvaro Uribe Vélez.

I primi paramilitari degli anni quaranta, epoca d’inizio dell’inesauribile guerra civile colombiana, venivano infatti chiamati pajaros per la loro capacità di agire e scomparire rapidamente, senza lasciare traccia. Da allora, nel ricco e bellissimo paese latinoamericano, si sono accumulate centinaia di migliaia di cadaveri di politici, sindacalisti e, soprattutto, povera gente massacrati con sistematicità, mai casualmente, e nell’impunità più scandalosa. "Il sistema del passero" rivela l’agghiacciante evoluzione del paramilitarismo, dalle sue origini nella teoria statunitense delle "guerre a bassa intensità" fino all’abbraccio con i signori della droga e con l’oligarchia nazionale e, buon ultimo, con i guerrieri della "Enduring freedom" che, come ricorda Bush dopo l’11 settembre, deve essere "necessariamente sporca".

Ma il libro pone in risalto anche come la tendenza alla "privatizzazione dell’uso della forza" vada ben al di là della Colombia e sia evidente in tutti i moderni conflitti di ogni tipo: dall’utilizzo delle bande clandestine parastatali, fino all’uso, ormai consueto in continenti come quello africano, delle Military Private Company.

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