Antologia per una strage. Bologna 2 agosto 1980
Edito da Minerva Edizioni, 2005
152 pagine, € 10,00
ISBN 8873811280
di G. Pietro Testa
Libro presente nelle categorie:
Quarta di copertina
La riedizione aggiornata dell'antologia di poesie che Gian Pietro Testa, giornalista de L'Unità e di altre importanti testate italiane, compose nel settembre del 1980, subito a ridosso della Strage di Bologna. Le liriche ridanno voce alle 84 vittime della bomba (l'ottantacinquesima morì mentre la prima edizione era ancora in stampa), una voce che doveva essere quella libera di uomini, donne e bambini inseriti in una società alla drammatica ricerca di se stessa. Alle poesie sono abbinate importanti e spesso inedite immagini fotografiche d'archivio che documentano le fasi più drammatiche di quella tragica giornata. Il volume è patrocinato dall'Associazione Familiari delle Vittime del 2 Agosto e dal Comune di Bologna.
Perchè un libro in poesia sulla strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna? Lo stesso autore, ponendosi l'interrogativo, ha risposto che il linguaggio giornalistico, al quale da tanti anni è legato per professione, non era più sufficiente, soprattutto non era più adeguato, con i suoi forzosi schematismi, le sue formule, le sue aggettivazioni spesso paradossali, a esprimere non soltanto l'enormità dell'ennesima strage dell'ultima storia italiana - e la strage più spaventosa - ma anche i sentimenti del cronista alle prese con avvenimenti (sempre gli stessi) sui quali il potere non ha mai voluto dare spiegazioni, se non quelle rituali uscite da processi incompleti, parziali, non chiarificatori. L'idea dell'antologia (e il titolo, volutamente richiama Spoon river Anthology dell'americano Edgar Lee Masters) è nata anche dalla necessità avvertita dall'autore di dar voce alle 84 vittime della bomba (l'85ma morì mentre la prima edizione del volume - ottobre 1980 - era in stampa), una voce che doveva essere quella libera di uomini, donne e bambini inseriti in una società alla ricerca, affannosa e drammatica, di se stessa. Sono, duqnue, 84 voci a parlare, 84 voci che la bomba del 2 agosto non è riuscita a far tacere. Ne è uscita una sola denuncia contro la barbarie, un coro talvolta sommesso, talaltra acre nell'invettiva, che si conclude e si realizza nella figura dell'ultima voce, quella di MAria Fresu, la vittima polverizzata dall'esplosione, che vuole rappresentare la coscienza di una società più giusta.
La riedizione aggiornata dell'antologia di poesie che Gian Pietro Testa, giornalista de L'Unità e di altre importanti testate italiane, compose nel settembre del 1980, subito a ridosso della Strage di Bologna. Le liriche ridanno voce alle 84 vittime della bomba (l'ottantacinquesima morì mentre la prima edizione era ancora in stampa), una voce che doveva essere quella libera di uomini, donne e bambini inseriti in una società alla drammatica ricerca di se stessa. Alle poesie sono abbinate importanti e spesso inedite immagini fotografiche d'archivio che documentano le fasi più drammatiche di quella tragica giornata. Il volume è patrocinato dall'Associazione Familiari delle Vittime del 2 Agosto e dal Comune di Bologna.
Perchè un libro in poesia sulla strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna? Lo stesso autore, ponendosi l'interrogativo, ha risposto che il linguaggio giornalistico, al quale da tanti anni è legato per professione, non era più sufficiente, soprattutto non era più adeguato, con i suoi forzosi schematismi, le sue formule, le sue aggettivazioni spesso paradossali, a esprimere non soltanto l'enormità dell'ennesima strage dell'ultima storia italiana - e la strage più spaventosa - ma anche i sentimenti del cronista alle prese con avvenimenti (sempre gli stessi) sui quali il potere non ha mai voluto dare spiegazioni, se non quelle rituali uscite da processi incompleti, parziali, non chiarificatori. L'idea dell'antologia (e il titolo, volutamente richiama Spoon river Anthology dell'americano Edgar Lee Masters) è nata anche dalla necessità avvertita dall'autore di dar voce alle 84 vittime della bomba (l'85ma morì mentre la prima edizione del volume - ottobre 1980 - era in stampa), una voce che doveva essere quella libera di uomini, donne e bambini inseriti in una società alla ricerca, affannosa e drammatica, di se stessa. Sono, duqnue, 84 voci a parlare, 84 voci che la bomba del 2 agosto non è riuscita a far tacere. Ne è uscita una sola denuncia contro la barbarie, un coro talvolta sommesso, talaltra acre nell'invettiva, che si conclude e si realizza nella figura dell'ultima voce, quella di MAria Fresu, la vittima polverizzata dall'esplosione, che vuole rappresentare la coscienza di una società più giusta.
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