Il caso Ambrosoli. Mafia, affari, politica
Edito da San Paolo Edizioni, 2005
176 pagine, € 12,50
ISBN 8821553469
di Renzo Agasso
Libro presente nelle categorie:
Quarta di copertina
La storia di un eroe dimenticato, l’avvocato milanese chiamato dallo stato come commissario liquidatore dell’antico impero di Michele Sindona. In una sorta di viaggio a ritroso, Ambrosoli ricostruisce la vita di Michele Sindona, il salvatore della lira, a Roberto Calvi e Licio Gelli componendo un quadro della situazione: gli imbrogli di Sindona, le amicizie potenti in Italia e all’estero che conducono alla scoperta che lo Stato e i cittadini italiani hanno pagato i debiti accumulati da Sindona nel corso degli anni, con l’avallo dei governanti. Ma la testardaggine e l’onestà di Ambrosoli diventano presto ingombranti ed egli ben presto si rende conto di essere lasciato solo, abbandonato dagli stessi potenti che gli hanno commissionato il lavoro. Quasi presago della fine, scrive una lettera testamento alla moglie mentre giungono le prime minacce fino all’arrivo di un killer dall’America che pone fine alla vita dell’avvocato.
La storia di un eroe dimenticato, l’avvocato milanese chiamato dallo stato come commissario liquidatore dell’antico impero di Michele Sindona. In una sorta di viaggio a ritroso, Ambrosoli ricostruisce la vita di Michele Sindona, il salvatore della lira, a Roberto Calvi e Licio Gelli componendo un quadro della situazione: gli imbrogli di Sindona, le amicizie potenti in Italia e all’estero che conducono alla scoperta che lo Stato e i cittadini italiani hanno pagato i debiti accumulati da Sindona nel corso degli anni, con l’avallo dei governanti. Ma la testardaggine e l’onestà di Ambrosoli diventano presto ingombranti ed egli ben presto si rende conto di essere lasciato solo, abbandonato dagli stessi potenti che gli hanno commissionato il lavoro. Quasi presago della fine, scrive una lettera testamento alla moglie mentre giungono le prime minacce fino all’arrivo di un killer dall’America che pone fine alla vita dell’avvocato.
Recensione
Chi ha ucciso Giorgio Ambrosoli? E perché? A queste domande tenta di rispondere Renzo Agasso, autore di questo importante libro sul “caso Ambrosoli”. Ad uccidere il commissario liquidatore della Banca Privata Italiana, di proprietà del potente e discusso finanziere Michele Sindona, sono stati il suo carattere e la sua onestà. Già, in un Paese anormale come il nostro chi non scende a compromessi rischia questo. Ad Ambrosoli non vennero fatti sconti. Nella notte dell’11 luglio del 1979, a Milano, un killer nascosto nel buio fece fuoco e lo colpì a morte. Ma si può pagare con la vita il senso dello Stato, lasciare i propri affetti in nome della propria moralità? Come si fa a non cedere a chi usa la violenza perché la verità non venga mai a galla? Scorrendo queste belle e tristi pagine si scoprono i motivi intimi e profondi che impediscono all’uomo di piegare la schiena di fronte al potere. Non c’è ideologia nella vita di Ambrosoli; al contrario la paura e l’angoscia nell’ultimo periodo della sua vita si fanno insopportabili, le minacce gli tolgono il sonno, poi il fiato. Avevano scelto lui per compiere un lavoro spinoso: mettere il naso dei conti di Sindona, capire come e dove aveva frodato migliaia di risparmiatori, interi Stati. Lo credevano manovrabile, malleabile. E invece no. Non lo fu affatto, consapevole della sorte che gli sarebbe toccata. Un “eroe borghese” Ambrosoli che dell’eroe in realtà non aveva proprio nulla. Sono state la nostra società civile, quella politica ed economica, con i loro intrecci inconfessabili con la criminalità organizzata a cristallizzare con la morte la straordinaria ordinarietà di Giorgio Ambrosoli. La lettera-testamento, che Ambrosoli scrisse alla moglie, potrebbe e dovrebbe essere un programma di vita per molti. Sicuramente per coloro che credono nella giustizia, nell’onestà senza se e senza ma.
Roberto Bortone
Chi ha ucciso Giorgio Ambrosoli? E perché? A queste domande tenta di rispondere Renzo Agasso, autore di questo importante libro sul “caso Ambrosoli”. Ad uccidere il commissario liquidatore della Banca Privata Italiana, di proprietà del potente e discusso finanziere Michele Sindona, sono stati il suo carattere e la sua onestà. Già, in un Paese anormale come il nostro chi non scende a compromessi rischia questo. Ad Ambrosoli non vennero fatti sconti. Nella notte dell’11 luglio del 1979, a Milano, un killer nascosto nel buio fece fuoco e lo colpì a morte. Ma si può pagare con la vita il senso dello Stato, lasciare i propri affetti in nome della propria moralità? Come si fa a non cedere a chi usa la violenza perché la verità non venga mai a galla? Scorrendo queste belle e tristi pagine si scoprono i motivi intimi e profondi che impediscono all’uomo di piegare la schiena di fronte al potere. Non c’è ideologia nella vita di Ambrosoli; al contrario la paura e l’angoscia nell’ultimo periodo della sua vita si fanno insopportabili, le minacce gli tolgono il sonno, poi il fiato. Avevano scelto lui per compiere un lavoro spinoso: mettere il naso dei conti di Sindona, capire come e dove aveva frodato migliaia di risparmiatori, interi Stati. Lo credevano manovrabile, malleabile. E invece no. Non lo fu affatto, consapevole della sorte che gli sarebbe toccata. Un “eroe borghese” Ambrosoli che dell’eroe in realtà non aveva proprio nulla. Sono state la nostra società civile, quella politica ed economica, con i loro intrecci inconfessabili con la criminalità organizzata a cristallizzare con la morte la straordinaria ordinarietà di Giorgio Ambrosoli. La lettera-testamento, che Ambrosoli scrisse alla moglie, potrebbe e dovrebbe essere un programma di vita per molti. Sicuramente per coloro che credono nella giustizia, nell’onestà senza se e senza ma.
Roberto Bortone
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