La banda della Uno bianca
Edito da Bevivino, 2004
108 pagine, € 10,00
ISBN 888876433X
di Camilla Corsellini
Libro presente nelle categorie:
Quarta di copertina
Sette anni. Per sette anni una Fiat Uno Bianca attraversa l'Emilia Romagna diventando la firma di una banda di killer che assaltano caselli autostradali, banche, uffici postali e supermercati, che uccidono e feriscono carabinieri, impiegati di banca, immigrati, nomadi e semplici cittadini. E poi scompaiono, come sono arrivati. Nessuna traccia. Nessun indizio. Sette anni di sangue, segreti, inseguimenti. Ventiquattro morti. Centodue feriti. Questa è la storia di tre fratelli a cui il padre ha insegnato a sparare nei campi, la storia di tre poliziotti che diventano banditi, di una macchina che significa terrore, di cinque Procure che non seppero o vollero fermarli, di una sensibilità malata che, quando si sente offesa, uccide.
Sette anni. Per sette anni una Fiat Uno Bianca attraversa l'Emilia Romagna diventando la firma di una banda di killer che assaltano caselli autostradali, banche, uffici postali e supermercati, che uccidono e feriscono carabinieri, impiegati di banca, immigrati, nomadi e semplici cittadini. E poi scompaiono, come sono arrivati. Nessuna traccia. Nessun indizio. Sette anni di sangue, segreti, inseguimenti. Ventiquattro morti. Centodue feriti. Questa è la storia di tre fratelli a cui il padre ha insegnato a sparare nei campi, la storia di tre poliziotti che diventano banditi, di una macchina che significa terrore, di cinque Procure che non seppero o vollero fermarli, di una sensibilità malata che, quando si sente offesa, uccide.
Recensione
Emilia, gli anni ottanta stanno tramontando. Da quel crepuscolo partono le storie raccontate in questo libro. Storie di vite insanguinate e stroncate dai colpi sparati da alcuni poliziotti. Fratelli e colleghi. Non corrotti, ma folli. Folli e lucidi, sino alla fine: colpivano chi viveva ai margini, prostitute, immigrati. Ma anche chi parava loro la strada o avrebbe potuto farlo, poliziotti, carabinieri, guardie giurate. Rapiti dalla loro coscienza deviata colma di odio e rassegnazione, quelli della “Uno bianca” hanno ritenuto la loro violenza comune a molti in quella terra e hanno deciso inconsciamente di dargli voce e piombo, come racconta bene Marcello Fois nella prefazione del libro. Le pagine di questo libro sono pagine dure, violente, narrate con cura e tatto da Camilla Borsellini, ma che difficilmente possono rispondere alla domanda che si apre al lettore, inesorabile alla fine del libro: perché?
Roberto Bortone
Emilia, gli anni ottanta stanno tramontando. Da quel crepuscolo partono le storie raccontate in questo libro. Storie di vite insanguinate e stroncate dai colpi sparati da alcuni poliziotti. Fratelli e colleghi. Non corrotti, ma folli. Folli e lucidi, sino alla fine: colpivano chi viveva ai margini, prostitute, immigrati. Ma anche chi parava loro la strada o avrebbe potuto farlo, poliziotti, carabinieri, guardie giurate. Rapiti dalla loro coscienza deviata colma di odio e rassegnazione, quelli della “Uno bianca” hanno ritenuto la loro violenza comune a molti in quella terra e hanno deciso inconsciamente di dargli voce e piombo, come racconta bene Marcello Fois nella prefazione del libro. Le pagine di questo libro sono pagine dure, violente, narrate con cura e tatto da Camilla Borsellini, ma che difficilmente possono rispondere alla domanda che si apre al lettore, inesorabile alla fine del libro: perché?
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