Padri dell'Europa. Sette brevi ritratti

Edito da Mondadori, 2005
149 pagine, € 16,00
ISBN 8842498661

di Giulio C. Anta

Quarta di copertina

Il processo d’integrazione europea ha compiuto oltre mezzo secolo di storia. L’Europa non è nata dalla mobilitazione popolare intorno a un obiettivo comune o a un organo costituente, non ha avuto alle sue spalle le Cinque giornate di Milano, né il Parlamento di Francoforte né, tanto meno, la Convenzione di PHIladelPHia: essa è stata costruita grazie all’impegno di governanti illuminati, all’ispirazione di statisti pragmatici. All’indomani del secondo conflitto mondiale, il vecchio continente ha appena vissuto l’esperienza dei regimi totalitari; in tale contesto storico, i padri fondatori dell’Europa (Jean Monnet, Robert Schuman, Konrad Adenauer, Alcide De Gasperi, Paul-Henri Spaak e, in tempi più recenti, Altiero Spinelli e Jacques Delors) hanno cercato ogni soluzione atta a favorire la pace attraverso il superamento degli egoismi nazionali. Essi hanno avuto il coraggio e la tenacia di compiere i passi necessari per avviare e consolidare forme d’integrazione economica e politica a livello sovranazionale. Grazie alla loro azione l’ordinamento politico internazionale è evoluto verso un superamento del modello westfaliano.
Recensione

La seconda guerra mondiale lascia in eredità al continente europeo milioni di morti, un’economia allo sfacelo, un odio tra i popoli che sembra insanabile e la certezza di non essere più il centro del mondo. In questo contesto nasce e si rafforza il progetto di integrazione europeo: non un calcolo o una convenienza politica ma una vera e propria necessità.

Monnet, Schuman, Adenauer, De Gasperi e Spaak appaiono, dopo la lettura di queste pagine, dei veri e propri giganti del loro tempo. Li accomuna un desiderio di pace come realtà quotidiana piuttosto che come mero esercizio filosofico, una pace che può finalmente essere data al continente solo superando gli egoismi nazionali. Infatti, se non si tiene conto del dramma europeo della guerra e della volontà di questi statisti di evitare altre catastrofi, non si capisce l’Europa. Questi uomini hanno avuto il merito di trovare soluzioni fantasiose e coraggiose agli opprimenti problemi del dopoguerra.

Spinelli e Delors, dal canto loro, hanno dato uno scossone agli animi sopiti del federalismo: è grazie a loro se oggi esiste l’Unione Europea invece della vecchia CEE.

E’ innegabile che il processo di integrazione stia attraversando un periodo di stallo. E’ quindi un buon momento per andare alle radici della costruzione europea e questo libro è un buon punto di partenza per l’approfondimento.

Filippo Di Blasi

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