Le foibe della mafia. Accursio Miraglia e Placido Rizzotto, sindacalisti
Edito da L'Unità, 2005
160 pagine, € 5,90
di Umberto Ursetta
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Quarta di copertina
Questo bel libro di Umberto Ursetta, preciso e documentato in ogni suo passaggio, ripercorre le indagini e i processi che furono condotti dopo gli omicidi di Accursio Miraglia e Placido Rizzotto, dirigenti sindacali che hannoa vuto un ruolo fondamentale nelle lotte dei siciliani per la terra, vigliaccamente uccisi dalla mafia nel corso di una vera e propria guerra con il movimento dei contadini. "La distruzione della mafia non era (e non è!) un problema di polizia, se non per l'aspetto che riguardava (e riguarda) la repressione dei reati. Il problema era (ed è!) essenzialmente politico, di rescissione effettiva - non esibita per finta - dei legami, delle relazioni esterne con pezzi della politica, dell'economia e delle istituzioni che da sempre sono il punto di forza di Cosa Nostra. E se la sollevazione contadina in Sicilia del secondo dopoguerra non ottenne tutti i risultati sperati, fu per un suo pesante, ma incolpevole limite: che ad essa rimasero in gran parte estranee (con conseguenze irreversibilmente decisive) le forze politiche e i ceti sociali allora preminenti.
(Dalla prefazione di Gian Carlo Caselli)
Questo bel libro di Umberto Ursetta, preciso e documentato in ogni suo passaggio, ripercorre le indagini e i processi che furono condotti dopo gli omicidi di Accursio Miraglia e Placido Rizzotto, dirigenti sindacali che hannoa vuto un ruolo fondamentale nelle lotte dei siciliani per la terra, vigliaccamente uccisi dalla mafia nel corso di una vera e propria guerra con il movimento dei contadini. "La distruzione della mafia non era (e non è!) un problema di polizia, se non per l'aspetto che riguardava (e riguarda) la repressione dei reati. Il problema era (ed è!) essenzialmente politico, di rescissione effettiva - non esibita per finta - dei legami, delle relazioni esterne con pezzi della politica, dell'economia e delle istituzioni che da sempre sono il punto di forza di Cosa Nostra. E se la sollevazione contadina in Sicilia del secondo dopoguerra non ottenne tutti i risultati sperati, fu per un suo pesante, ma incolpevole limite: che ad essa rimasero in gran parte estranee (con conseguenze irreversibilmente decisive) le forze politiche e i ceti sociali allora preminenti.
(Dalla prefazione di Gian Carlo Caselli)
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