Da Il Tempo del 02/03/2006
Originale su http://www.iltempo.it/approfondimenti/index.aspx?id=882432
Antonov era con Ali Agca in piazza San Pietro
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ERA Sergei Antonov l'uomo fotografato in piazza San Pietro il 13 maggio 1981, giorno dell'attentato a Giovanni Paolo II. Lo ha stabilito una perizia della Polizia Scientifica. L'esame antropometrico, effettuato dagli esperti della Direzione Anticrimine del Polo Tuscolano, era stata richiesta dal capogruppo Ds della commissione Mitrokhin, Walter Bielli e inoltrata alla Polizia dal presidente dell'organismo bicamerale di inchiesta, Paolo Guzzanti. Secondo gli accertamenti effettuati, l'uomo dal colorito olivastro con i baffi e gli occhiali ripreso sulla piazza mentre guarda in direzione del Pontefice, già colpito dalla pistola di Ali Agca, sarebbe proprio Serghei Ivanov Antonov, il bulgaro processato e assolto per insufficienza di prove e sul quale i magistrati che hanno condotto le varie inchieste hanno nutrito sin dall'inizio parecchi dubbi. L'esito della perizia della Scientifica è stato reso noto in commissione Mitrokhin da Paolo Guzzanti. Ma la relazione finale della commissione, presentata ieri a San Macuto, va oltre sul ruolo del caposcalo della Balkan Air. La posizione del bulgaro al di là del colonnato su un'auto pronta per la fuga di Ali Agca, secondo la relazione della commissione, «significa probabilmente che Agca era destinato a morire dopo aver ucciso il Santo Padre e che gli sviluppi convulsi per il fallimento dell'attentato hanno sconvolto i piani. La presenza accertata di altri killer sulla piazza non è in contraddizione con tale ipotesi nè con gli sviluppi di altre vicende». La commissione sul dossier Impedian, che sull'attentato al Papa polacco ha sentito tutti i magistrati italiani che si sono occupati dell'inchiesta, è giunta alla conclusione che «esiste certamente la responsabilità di alcuni elementi dei servizi della polizia segreta bulgara e del Rumno, il Servizio segreto militare». Continuare a parlare di «pista bulgara» è tuttavia, secondo la commissione Mitrokhin, «non soltanto fuorviante, ma costituisce un vero e proprio depistaggio che tende a deviare l'attenzione dall'unica vera pista che è senz'altro sovietica». La relazione osserva inoltre come Emanuela Orlandi venga rapita nel momento più caldo dell'istruttoria, mentre il giudice Ilario Martella è in Bulgaria, e poche ore dopo la conclusione del secondo viaggio in Polonia di Giovanni Paolo II.
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