Da Il Giornale del 02/04/2006
Pinelli, targa del Comune imbrattata Gli anarchici: sbagliato, la puliamo noi
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Ha resistito intatta otto giorni, nel prato al centro di piazza Fontana. Fino a ieri, quando sulla nuova targa che ricorda Giuseppe Pinelli - quella posizionata dal Comune dove la scritta «ucciso innocente» è stata sostituita con «innocente morto tragicamente nei locali della questura» - ieri è comparsa una scritta rossa. «No al revisionismo», ha vergato qualcuno con lo spray rosso, con una minuscola falce e martello come firma.
Nel dicembre del 1969 Pinelli, subito dopo la strage alla Banca nazionale dell'agricoltura, fu portato in questura. Dopo tre giorni, l'anarchico cadde dal quarto piano morendo sul colpo. Calabresi, accusato dalla sinistra extraparlamentare di aver ucciso Pinelli, fu processato ma ritenuto estraneo alla vicenda. Che lo stesso Gerardo D'Ambrosio, ora candidato con il centrosinistra, definì «morte accidentale».
Ora il vice sindaco Riccardo De Corato attacca: «Quella scritta è un'inutile bravata compiuta dagli stessi utili idioti della sinistra o “prodi autonomi” nel senso letterale del termine che l'11 marzo in corso Buenos Aires hanno assalito dei negozi e una sede elettorale di An». La «bravata» non è piaciuta nemmeno agli anarchici, che giovedì scorso hanno posto nell'aiuola di piazza Fontana una seconda targa, identica a quella tolta qualche giorno prima dal Comune ma con «ucciso» al posto di «morto». Mauro Decortes, portavoce del Circolo Ponte della Ghisolfa, ha annunciato che oggi alle 15 gli anarchici cancelleranno la scritta dalla nuova targa. «Anche se non toccherebbe a noi - spiega -. È un gesto simbolico, per coerenza con quanto abbiamo detto in questi giorni. Un paio di noi andranno a pulire la targa.
Avevamo spiegato che la nostra lapide e quella posta dal Comune possono convivere - prosegue Decortes - perché rappresentano comunque un pezzo della nostra storia e quindi ci siamo impegnati affinché nessuno agisse contro quella nuova».
Resta la gravità del gesto che lo stesso De Corato commenta: «Così sono smentiti i partiti del centrosinistra che nei giorni scorsi in una conferenza stampa hanno parlato di provocazioni della destra, per il solo fatto che il Comune aveva apposto una targa in memoria dell'anarchico Pinelli che riportava la verità giudiziaria dei fatti. Questa bravata li smentisce».
Nel dicembre del 1969 Pinelli, subito dopo la strage alla Banca nazionale dell'agricoltura, fu portato in questura. Dopo tre giorni, l'anarchico cadde dal quarto piano morendo sul colpo. Calabresi, accusato dalla sinistra extraparlamentare di aver ucciso Pinelli, fu processato ma ritenuto estraneo alla vicenda. Che lo stesso Gerardo D'Ambrosio, ora candidato con il centrosinistra, definì «morte accidentale».
Ora il vice sindaco Riccardo De Corato attacca: «Quella scritta è un'inutile bravata compiuta dagli stessi utili idioti della sinistra o “prodi autonomi” nel senso letterale del termine che l'11 marzo in corso Buenos Aires hanno assalito dei negozi e una sede elettorale di An». La «bravata» non è piaciuta nemmeno agli anarchici, che giovedì scorso hanno posto nell'aiuola di piazza Fontana una seconda targa, identica a quella tolta qualche giorno prima dal Comune ma con «ucciso» al posto di «morto». Mauro Decortes, portavoce del Circolo Ponte della Ghisolfa, ha annunciato che oggi alle 15 gli anarchici cancelleranno la scritta dalla nuova targa. «Anche se non toccherebbe a noi - spiega -. È un gesto simbolico, per coerenza con quanto abbiamo detto in questi giorni. Un paio di noi andranno a pulire la targa.
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