Da redazione del 21/02/2005

Stragi del '93, Via Palestro: ergastolo per i fratelli Formoso

La Corte d'Appello di Milano ha confermato la sentenza di primo grado del dicembre del 2003 con la quale i fratelli Giovanni e Tommaso Formoso sono stati condannati all'ergastolo per la strage di via Palestro a Milano, dove il 27 luglio 1993 persero la vita cinque persone (4 vigili del fuoco e un cittadino del Marocco).

Giovanni e Tommaso Formoso sono ritenuti anche dai giudici d'appello rispettivamente il coordinatore ed il basista della strage.

Giovanni Formoso, già condannato per mafia e omicidio, è coinvolto anche negli attentati al Vicariato e alla chiesa di San Giorgio in Velabro a Roma, contro le quali vennero fatte esplodere due autobomba, proprio come a Milano in via Palestro davanti al Padiglione di Arte Contemporanea.

Il processo milanese è stato uno stralcio di quello celebrato a Firenze negli anni scorsi a mandanti ed esecutori delle stragi della primavera-estate del 1993.

A Firenze i giudici hanno inflitto 15 ergastoli, confermati dalla Cassazione nel 2002, alla Cupola di Cosa Nostra: Totò Riina, Bernardo Provenzano, Leoluca Bagarella, i fratelli Filippo e Giuseppe Graviano e Matteo Messina Denaro. Il "pentito" Giovanni Brusca venne condannato invece a 20 anni di reclusione.

Il movente degli attentati, compreso quello di Milano avvenuto in piena inchiesta Mani pulite resta quanto mai debole ed evanescente: costringere lo Stato a scendere a patti sul carcere duro e leggi sui "pentiti".

Giovanni e Tommaso Formoso vennero arrestati nel gennaio del 2002, dopo che vennero ritrovate nel pollaio del secondo, a Caronno Pertusella (Varese), tracce di pentrite e T4, gli esplosivi utilizzati per le stragi.

Secondo gli inquirenti, il locale sarebbe stato utilizzato come base logistica per imbottire di esplosivo la Fiat uno che saltò in aria la notte del 27 luglio del 1993 in via Palestro.

Il nome di Giovanni Formoso era stato fatto in modo generico da alcuni "pentiti". Secondo l'accusa, sarebbe stato incaricato da Giuseppe Graviano di collaborare alla preparazione delle stragi di Milano e Roma e di trovare un basista per via Palestro, identificato poi nel fratello Tommaso.

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