Da La Repubblica del 16/05/2006
Il pg Marini chiede il carcere a vita per Lioce, Morandi e Mezzasalma. Conferma delle condanne e concorso morale per 4 Br, aumento pena per Boccaccini
I pm al processo D'Antona: "Confermare i tre ergastoli"
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ROMA - Confermare la condanna all'ergastolo inflitta in primo grado a Nadia Lioce, Roberto Morandi e Marco Mezzasalma. Lo ha chiesto il Pg Antonio Marini, a conclusione della sua requisitoria, davanti alla I Corte d'Assise d'Appello di Roma, presieduta da Antonio Cappiello.
Lioce, Morandi e Mezzasalma, collegati stamani in videoconferenza con l'aula bunker di Rebibbia dalle carceri dove sono sottoposti a regime di 41 bis, furono riconosciuti responsabili dalla seconda corte d'assise della capitale dell'omicidio di Massimo D'Antona, avvenuto il 20 maggio del 1999.
Il procuratore generale Marini ha chiesto anche la conferma delle condanne in appello per Paolo Broccatelli, Federica Saraceni, Bruno Di Giovannangelo e dei quattro irriducibili Antonio Fosso, Franco Galloni, Francesco Donati e Michele Mazzei, tutti accusati del reato di associazione eversiva e banda armata, nonché, a vario titolo, di aver partecipato a rapine di autofinanziamento e di detenzione di esplosivi.
Ai giudici Marini ha chiesto inoltre un aumento di pena a 8 anni di reclusione per Simone Boccaccini, condannato in primo grado a 5 anni e 8 mesi. Per i quattro irriducibili, il magistrato ha sollecitato anche il rinvio degli atti alla procura competente affinché proceda anche per concorso morale in omicidio.
"Abbiamo accertato i contatti avvenuti - ha detto Marini - tra i militanti attivi e quelli che erano in carcere, con la bozza del documento di rivendicazione dell'omicidio D'Antona trovato in cella. Questo ci fa ipotizzare il concorso morale in omicidio, poiché da coloro che erano ancora liberi, non è stata chiesta agli irriducibili solo l'autorizzazione di utilizzare la sigla Br-Pcc, ma anche quella per compiere il delitto".
Mazzei, Donati, Fosso e Galloni, che hanno assistito all'udienza dalle celle dell'aula bunker, erano stati condannati a 5 anni e 6 mesi in primo grado. La stessa pena era stata inflitta dalla seconda corte d'assise di Roma a Bruno Di Giovannangelo, mentre Paolo Broccatelli e Federica Saraceni erano stati condannati rispettivamente a 9 anni e 4 anni e 8 mesi di reclusione, oltre che assolti dall'accusa di aver partecipato all'omicidio D'Antona.
Lioce, Morandi e Mezzasalma, collegati stamani in videoconferenza con l'aula bunker di Rebibbia dalle carceri dove sono sottoposti a regime di 41 bis, furono riconosciuti responsabili dalla seconda corte d'assise della capitale dell'omicidio di Massimo D'Antona, avvenuto il 20 maggio del 1999.
Il procuratore generale Marini ha chiesto anche la conferma delle condanne in appello per Paolo Broccatelli, Federica Saraceni, Bruno Di Giovannangelo e dei quattro irriducibili Antonio Fosso, Franco Galloni, Francesco Donati e Michele Mazzei, tutti accusati del reato di associazione eversiva e banda armata, nonché, a vario titolo, di aver partecipato a rapine di autofinanziamento e di detenzione di esplosivi.
Ai giudici Marini ha chiesto inoltre un aumento di pena a 8 anni di reclusione per Simone Boccaccini, condannato in primo grado a 5 anni e 8 mesi. Per i quattro irriducibili, il magistrato ha sollecitato anche il rinvio degli atti alla procura competente affinché proceda anche per concorso morale in omicidio.
"Abbiamo accertato i contatti avvenuti - ha detto Marini - tra i militanti attivi e quelli che erano in carcere, con la bozza del documento di rivendicazione dell'omicidio D'Antona trovato in cella. Questo ci fa ipotizzare il concorso morale in omicidio, poiché da coloro che erano ancora liberi, non è stata chiesta agli irriducibili solo l'autorizzazione di utilizzare la sigla Br-Pcc, ma anche quella per compiere il delitto".
Mazzei, Donati, Fosso e Galloni, che hanno assistito all'udienza dalle celle dell'aula bunker, erano stati condannati a 5 anni e 6 mesi in primo grado. La stessa pena era stata inflitta dalla seconda corte d'assise di Roma a Bruno Di Giovannangelo, mentre Paolo Broccatelli e Federica Saraceni erano stati condannati rispettivamente a 9 anni e 4 anni e 8 mesi di reclusione, oltre che assolti dall'accusa di aver partecipato all'omicidio D'Antona.
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