Da La Repubblica del 01/06/2006

Il silenzio della vedova del commissario e dei figli, nessuno li ha avvisati del provvedimento per Bompressi

La famiglia Calabresi non avvertita della grazia

ROMA - E la famiglia Calabresi, la vedova del commissario Gemma e i quattro figli? Il loro silenzio "pesa" sulla grazia concessa a Bompressi. E su quella che si vorrebbe poi dare anche a Sofri. Tace la signora Gemma, un silenzio voluto, una totale assenza di commenti. Ma un fatto è certo: la notizia della firma di Napolitano sul decreto di grazia è arrivata alla signora solo attraverso le agenzie di stampa. Nessuno, dal Quirinale come dal ministero della Giustizia, né il presidente Napolitano né il Guardasigilli, hanno ritenuto che una preventiva telefonata fosse un indispensabile gesto di cortesia. Eppure l'ex presidente Carlo Azeglio Ciampi era stato lungimirante: in vista della grazia, che egli pure voleva concedere, ma molto per tempo (era il 12 maggio 2004), aveva appuntato sul petto della vedova una medaglia d'oro alla memoria del commissario ucciso nel '72.

Il silenzio dei Calabresi non è nuovo. Mai le cronache hanno registrato commenti alle sentenze, ben undici negli anni, e lo stesso atteggiamento di rispetto c'è stato per le prerogative del capo dello Stato. Sulla grazia la famiglia non ha mai espresso una contrarietà preconcetta, a patto però che quel passo venisse interpretato correttamente come un gesto di clemenza e non come un rifiuto delle decisioni dei magistrati. Come un colpo di spugna dopo anni di processi conclusi con la condanna di Sofri, Bompressi e Pietrostefani.

Proprio per questo Odoardo Ascari, uno degli avvocati dei Calabresi, sottolinea quanto sia stato differente l'atteggiamento di Bompressi da quello di Sofri. Il primo, dopo il processo di revisione di Venezia che dava torto ai tre imputati e ne confermava la condanna, ha preso atto della sentenza, non è ricorso in Cassazione e successivamente ha presentato la domanda di grazia. Sofri, invece, si è condotto nel modo opposto: ricorso alla Suprema corte e niente domanda di grazia. Il Guardasigilli Mastella parla adesso di un "necessario ricordo". Vedremo a cosa pensa. (l. mi.)

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