Da Corriere della Sera del 01/06/2006

Serie Raiuno sul sindacalista, che afferma: Borsellino fu tradito dalla Procura

Fiction antimafia, Basile lancia accuse

«Sono convinto che il movente della strage di via D'Amelio, nella quale morì Borsellino, stia dentro la mia storia». Lo ha detto Gioacchino Basile, l'operaio sindacalista che denunciò gli affari dei boss nei cantieri navali di Palermo, ieri alla presentazione di Ad alta voce, miniserie in onda lunedì 5 e martedì 6 giugno su Raiuno.
Basile, che ha vissuto per anni lontano da Palermo sotto la protezione dello Stato, ha sottolineato: «O io sono un calunniatore verso la Procura di Palermo oppure Borsellino morì perché tradito da quella Procura». L'operaio sindacalista ha fatto riferimento a un esposto inviato alla Procura di Palermo nel giugno del '92 al quale — ha spiegato senza però fornire riscontri — non venne dato peso. «Grazie all'interessamento di Paolo Borsellino venni invitato a comparire. Incontrai un magistrato (di cui non ha fatto il nome per via di un procedimento ancora aperto, ndr), indicando nomi, cognomi e presentando documenti. Sembrava che tutto fosse pronto a partire, invece partì la bomba per Borsellino», ha aggiunto Basile che accusa anche un magistrato colpevole per aver «insabbiato le indagini». E ancora: «Oggi ho scoperto chi sono i mafiosi: quelli che nelle istituzioni non ricoprono il loro ruolo come dovrebbero». Basile, che nella fiction ha il nome di fantasia di Emanuele Cirinnà, è interpretato da Ugo Dighero. Accanto a lui nel cast ci sono Lorenza Indovina nel ruolo della moglie Elena, Dino Abbrescia in quello del suo migliore amico e Gioele Dix è il presidente della Commissione Antimafia.
«Questa miniserie è magnifica ma il mio cammino — ha detto Basile — è stato ancora più cruento e duro di quanto si veda. Dopo 16 anni di battaglie, di denunce, nel 1983-84 facevo le assemblee con la pistola in tasca. Avevo prosciugato tutte le speranze».

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