Da Gazzetta del Sud del 11/03/2005
Gazzetta del Sud
Negati i domiciliari alla Banelli
Per il Gup esiste il pericolo di reiterazione del reato
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ROMA – Nessuno sconto e nessun privilegio, come aveva chiesto l'accusa, per la prima pentita delle nuove Br, Cinzia Banelli, la «compagna So», condannata il primo marzo a 20 anni di carcere per il suo ruolo nell'omicidio di Massimo D'Antona. Luisanna Figliolia, lo stesso Gup che aveva emesso la dura condanna – la Procura aveva chiesto una pena di soli 14 anni – ha spiegato nelle sue motivazioni, rese pubbliche ieri, di aver respinto la richiesta di arresti domiciliari perché esiste «il pericolo di reiterazione del reato». E proprio sulla base di questa decisione al ministero dell'Interno, sempre nella giornata di ieri, è stato stabilito di rifiutare alla brigatista pentita l'ammissione al programma di protezione. La mancata concessione degli arresti domiciliari è la conferma che il giudice ritiene di non riconoscere alla brigatista lo status di collaboratrice degli inquirenti, rendendo così ancora più clamoroso il contrasto con i pm Franco Ionta e Pietro Saviotti per i quali la Banelli meritava invece di beneficiare dello sconto di pena previsto dalla legge per i collaboratori di giustizia visto che aveva aiutato gli inquirenti a decrittare l'archivio informatico delle nuove Br svelando password e files. Per il giudice le dichiarazioni della brigatista non sono state decisive per l'individuazione o la cattura di complici. Le motivazioni del Gup contro la «compagna So», rinchiusa nel carcere di Sollicciano con il suo bambino di pochi mesi, non sono ovviamente condivise dai pubblici ministeri che sono pronti ad impugnare la decisione. Utilizzando i due pesi e le due misure sul peso delle dichiarazioni della «compagna So», la Corte d'Assise presieduta dal giudice Mario Lucio D'Andria ha rimesso ieri in libertà i fratelli Maurizio e Fabio Viscido, imputati per banda armata nel processo sulle nuove Br e che si trovavano agli arresti domiciliari. La stessa Corte d'Assise ha deciso gli arresti domiciliari per Roberto Badel, il presunto cervello informatico delle nuove Br. (Marco Sassano)
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