"Ecco come si finanzia la nuova Cosa nostra". Un nuovo pentito fa luce sulle modalita' di finanziamento della mafia, e sull'escalation di violenza e boom di assalti a negozi, banche e tir a Palermo con cui le cosche stanno cercando di rimpinguare le proprie casse. Si tratta di Emanuele Andronico, 44 anni, rampollo della 'famiglia' di Porta Nuova: da circa sei mesi, scrivono oggi alcuni quotidiani, collabora con i magistrati "per paura di essere ucciso", come ha detto lui stesso ai pm Roberta Buzzolani, Maurizio De Lucia, Nino Di Matteo e Michele Prestipino, il pool coordinato dall'aggiunto Giuseppe Pignatone. Si era consegnato ai carabinieri dopo avere ucciso lo scorso 16 dicembre, insieme a Francesco Paolo Calvaruso, un parente di Nunzio Milano - padre di Nicolo', proprio ieri finito in manette, destinatario come il figlio dei provvedimenti di fermo emessi dalla Dda nell'ambito dell'operazione "Gotha" - Amedeo D'Agostino, un venditore di cocaina con cui avevano un debito di 20 mila euro.
Il cadavere era stato portato al cimitero di Sant'Orsola dove era stato reso irriconoscibile. Poi, pero' era subentrata la paura e Andronico decise di costituirsi con il complice e inizio' a collaborare.
Le prime dichiarazioni sono state depositate ieri dal pubblico ministero Maurizio De Lucia al Tribunale delle liberta' che sta esaminando la posizione di alcuni mafiosi presi nel blitz "Gotha". Andronico accusa Salvatore Gioeli di essere il capo della cosca Palermo Centro, indica Salvatore Pispicia e Nicolo' Ingarao al vertice della famiglia e del mandamento di Porta Nuova. Elementi che gli investigatori hanno incrociato con quelli ottenuti attraverso le intercettazioni nei confronti della "Triade" di Cosa nostra, Nino Rotolo, Franco Bonura e Nino Cina', ottenendo riscontri definiti "formidabili".