Da Quaderni Radicali del 04/07/2006
Originale su http://www.quaderniradicali.it/agenzia/index.php?op=read&nid=9214

La scomparsa di Emanuela Orlandi

Voci oltre il Tevere / Wanda Poltawaska, testimone scomoda?

Circola una voce, fatta filtrare da ambienti ecclesiastici fededegni, secondo la quale la neuropsichiatra polacca Wanda Poltawaska, ex detenuta in un campo di sterminio nazista, molto vicina a Karol Wojtyla, non è stata ascoltata tra le testimoni di fronte al tribunale ecclesiastico, con sede a Cracovia, che ha concluso i suoi lavori, nell'economia generale del processo che, un giorno, potrebbe proclamare ''beato '' il primo papa polacco.

La Poltawaska, in teoria, potrebbe essere recuperata dal postulatore dell'intera causa, un sacerdote polacco, di fronte al tribunale competente del Vicariato di Roma.
Se ciò non avverrà nessuno scandalo, l'attuale normativa applicativa dei principi della Congregazione per le cause dei Santi prevede una tale esclusione.

Il che rafforzerebbe una voce circolata qualche giorno dopo il 2 aprile 2005, giorno della morte di papa Wojtyla.
La neuropsichiatra sarebbe stata allontanata anzitempo dal policlinico ''Agostino Gemelli '' di Roma dal letto del papa perché convinta che talune scelte terapeutiche dei medici che lo avevano in cura nella fase terminale ne avevano accelerato la fine.

La Poltawaska, che vive e lavora a Cracovia, ha attraversato la vita di Karol Wojtyla. Nel 1962 delegato al Concilio Vaticano II aveva scritto a padre Pio da Pietrelcina, il frate cappuccino delle stimmate, perché intervenisse in favore di quella donna presso Dio, segnata da una prognosi medica infausta e di estrema gravità.

Ancora la Poltawaska è stata assidua al capezzale di papa Wojtyla al Gemelli e in Vaticano nella fase successiva all'attentato del 13 maggio 1981 in piazza San Pietro. Esistono fonti testimoniali giudiziarie che sostengono che la Poltawaka potrebbe essere a conoscenza di dettagli inediti sugli ambienti nei quali maturò, nel giugno 1983, la scomparsa della cittadina vaticana Emanuela Orlandi.

Se l'esclusione della Poltawaska da questo processo canonico sarà confermata anche sul versante del Vicariato di Roma, avranno ragione coloro che sostengono che ella paga per altre sue scelte.
Come quella di informare papa Wojtyla che un ex cerimoniere pontificio mons. Julius Paets, nominato vescovo e inviato in Polonia, praticava stili di vita sicuramente pedofili.

Che la Poltawska irritasse qualcuno, molto vicino nella quotidianeità a papa Wojtyla, in Vaticano è testimoniato dalla circostanza che pressoché tutti i suoi colloqui con quel pontefice avvenivano alla presenza di una religiosa polacca suor Tobiana, che accudiva all'appartamento pontificio.

Chi aveva autorizzato suor Tobiana a svolgere un ruolo così delicato, di assistente a quei colloqui ?
D'altra parte è bene ricordare che nel corso del processo canonico, conlusosi nel 2002 con la proclamazione a ''santo '', è stata esclusa la venezuelana Carmen Tapia, per lunghi anni numeraria opusdeista e stretta collaboratrice di don Escriva' de Balaguer, il fondatore dell' Opus Dei.

Inoltre và segnalato che la Tapia, di fronte a un tribunale civile spagnolo, aveva testimoniato in favore di Maria Angustias Moreno (un 'altra ex numeraria) che, aveva scritto un libro tutto sommato innocente sulla sua esperienza in contatto col succitato fondatore opusdeista.

Un sacerdote del ramo spagnolo dell' Obra, con molta delicatezza, e per sminuire la portata della sua testimonianza, l'aveva denigrata come ''lesbica''.
In conclusione, se esclusa da questo processo, la Poltawaska si avvierà alla fine della sua esistenza ben consapevole di scontare responsabilità non direttamente rivolte a lei, ma riconducibili a un pontefice nei suoi confronti sempre capace di dialogo e di attenzione.

Maurizio Di Giacomo

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